L’eroe in erba della nostra storia si chiama Mosab, è palestinese e una sera sconfina per trovare le armi adatte alla sua vendetta. Lui non lo sa, ma la polizia lo tiene sotto controllo, lo illude di averla fatta franca ma poco dopo gli fa provare un’esperienza che non scorderà più. Basteranno pochi giorni per fargli crollare il mondo addosso: i racconti sentiti sino al giorno prima, tutto ciò che credeva di sapere e di aver visto, nonè reale. È così che sorge un grosso problema.
Mosab è figlio dello sceicco Hassan Yousef, uno dei fondatori di Hamas, uomo chiave di tutta la storia recente in quella polveriera che ancora oggi è costituita dai territori della Striscia di Gaza e dalla Cisgiordania. Lo sceicco è un gran trascinatore di folle, è carismatico, ed è convinto di dover sconfiggere con tutti i mezzi a disposizione il vicino nemico. Nonostante faccia dentro/fuori dalla galera di continuo, riesce a essere invischiato con i politici, con gli attacchi kamikaze, e con il processo di pace in generale. Mosab, invece, vuole un mondo tranquillo, non condivide le idee e i metodi violenti, ma non può andarsene, non sarebbe utile, e inizia a collaborare con quel vicino tanto odiato e combattuto. I risvolti di una scelta apparentemente suicida, saranno tesi, inattesi, meravigliosi.
“The Green Prince” ė il documentario con cui stasera si alzerà il sipario sul 33° Bergamo Film Meeting. È una storia con due protagonisti magnetici e così carica di suspense, da illudervi di vedere uno dei migliori thriller della stagione. Diretto da Nadav Schirman, aduso a basare il suo lavoro su storie vere e immagini di repertorio adrenaliniche, questo racconto ha da insegnarci molto non solo sulla cultura e le convinzioni di un popolo vicino a noi ma, soprattutto, sui concetti universali di lealtà, amicizia e umanità. Ciò che rimane dopo la visione della pellicola è lo stupore. Due individui, prescindendo da influenze esterne e da pregiudizi, basando il loro rapporto solo su istinti e leggi ancestrali (comuni a tutti i popoli), sono riusciti a costruire un legame oltre la fratellanza ed hanno fatto grandi cose.
Ad occhi esterni, Mosab e Gunen (il suo reclutatore israeliano) sono una coppia davvero strana, arrivano dai due lati di una cortina di ferro che appare impossibile da abbattere, ma sentirli parlare infonde speranza nel genere umano. Presto o tardi una possibilità che l’annoso conflitto israelo-palestinese si chiuda c’è, e – probabilmente – ciò avverrà grazie agli individui e non ai politici.
La trama non ve la racconto (attinge dall’omonima autobiografia del protagonista) ma, qualora non la aveste letta o foste troppo giovani per ricordare le notizie, il mio consiglio è di fare un salto a Bergamo, all’Auditorium di piazza Libertà, questa sera alle 22:30 e godervi un’opera ricca di colpi di scena, fedele fotografia del nostro tempo.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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