Me lo sono tenuto lì per qualche mese: ogni tanto ci passavo accanto e lo prendevo in mano, poi lo rimettevo sullo scaffale dei libri ancora da leggere pensando che ci sarebbe voluto un po’ per leggere un nuovo Dazieri.
Ho resistito alle tentazione anche dopo i commenti entusiasti di un paio di amici a cui darò sempre credito, poi è successo quel che doveva succedere: stavo pensando ad un post sui booktrailer più riusciti del 2014 e – tac! – arriva lui…
Tra l’altro, non è neppure un corto memorabile, eh. Ma ha avuto il potere di risvegliare il desiderio di un buon thriller, di quelli che ti tengono inchiodato alle pagine fino alla conclusione, preferibilmente con un colpo di scena finale epico. Avevo la netta sensazione che “Uccidi il padre” potesse rispondere perfettamente a questi prerequisiti, e non mi sbagliavo neppure un po’.
Messi (voglio sperare momentaneamente) in cantina i toni noir e il suo più famoso protagonista, il Gorilla, Dazieri ci regala in questo solidissimo romanzo una trama dal ritmo perfetto e due personaggi difficili da dimenticare: Colomba Caselli, poliziotta fuori servizio a causa dei postumi – più psicologici che fisici – di una indagine conclusasi malamente, e Dante Torre, un uomo che soffre di gigantesche fragilità che derivano dal rapimento e dai successivi undici anni di prigionia in una sorta di granaio . Una esperienza drammatica che Dazieri riesce a rendere fortemente umana, costringendo perfino alla commozione quando si comprende che – essendo privo di ricordi infantili e adolescenziali – Dante è stato costretto a ricostruirsi una normalità acquistando libri, oggetti, show televisivi dei suoi coetanei.
Dante ne è uscito certamente minato nella psiche, ma altrettanto sicuramente con una dotazione di capacità di deduzione e di osservazione “sherlockiana”: sarà lui ad affiancarsi a Colomba quando l’incubo di un rapitore seriale di bambini sembra tornare ad affacciarsi dal passato.
Il ritmo narrativo, incalzante quando è il caso e “frenato” quando è giusto che sia, gode anche di sottilissimi sprazzi di ironia che – in particolare nei dialoghi – rendono il romanzo ancora più leggibile: fanno respirare, evitano una immersione in apnea nell’orrore da cui sarebbe complesso districarsi, e dimostrano una volta di più il notevole talento di uno scrittore che non sbaglia un colpo.
Ecco, ora anche “Uccidi il Padre” è andato e mi tocca aspettare. Sandrone, per favore, provvedi.
Alfonso d’Agostino
SCHEDA LIBRO
Autore: Sandrone Dazieri
Titolo: Uccidi il Padre
Editore: Mondadori
Collana: Omnibus
Pagine: 564
ISBN: 978-8804611752
ACQUISTO
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Apple iBooks Store: formato epub (9,99 euro)
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
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