Recensione romanzo Fanny Hill di John Cleland

Ok, questa recensione assomiglierà drammaticamente ad una di quelle sedute di gruppo a cui la moderna cinematografia USA ci ha abituato. Qualcosa tipo:

“Ciao, mi chiamo Alfonso”

(coro) “Ciao Alfonso”

“Sono qui perché sono un inesorabile bacchettone.”

(mormorio di disapprovazione o di condivisione, a seconda della timbrica)

“Cioè, non so se sono io bacchettone. Il punto è che abbiamo deciso di dedicarci ad una “Settimana Hot” in occasione di San Valentino, e fra le altre cose ho deciso di occuparmi di letteratura erotica. Non avendo una preparazione specifica sull’argomento, ho dato un’occhiata alla lista dei 1001 libri da leggere e – zac – è comparso Fanny Hill, di cui ricordavo qualcosa. L’ho letto.”

(mormorio di approvazione)

“Francamente mi è sembrata una mezza cag… un testo che non risponde del tutto al mio concetto di qualità letteraria”

(silenzio un po’ scioccato)

“Ora, io mi rendo conto che il tomo è settecentesco, e mi rendo conto anche che l’autore non dovesse essere esattamente una cima (uno che passa un anno in galera per debiti non pagati e li utilizza per scrivere una roba che lo condurrà di nuovo dietro le sbarre sei mesi dopo la scarcerazione…). Il punto è che a me ha fatto persino arrabbiare: cioè, descrivi la storia di una ingenua sedicenne precipitata a Londra, racconti di signore che se ne prendono cura piazzandola in case d’appuntamenti, popoli il tuo romanzo di signorotti inglesi che si precipitano sulle grazie di questa poveretta – spesso e volentieri mentre è priva di sensi – e quale è la continuazione? Ovviamente Fanny si dedica, con tutta se stessa e quasi con gioia appagante, alla prostituzione.”

(mormorii in cui si colgono le parole “magnifico esempio di libertà letteraria”, “pagine preziose”, “libro figlio dei tempi” pronunciate da tre uomini, timidi applausi femminili)

“Eh no, cavolo. Se vuoi scrivere una cosa rivoluzionaria prendi una nobildonna della tua epoca e le fai compiere le più spericolate acrobazie erotiche. E magari descrivi pure il giudice della Corte Suprema in atti sodomitici (tanto in galera ci stai per finire ugualmente).
Libertà, dite? Si, lo so che la pubblicazione del romanzo in Gran Bretagna è stato proibito fino al 1970. E so anche che nel 1966 fu oggetto di una sentenza negli States che sancì come un’opera “anche di modesto valore letterario” – cito – non possa essere censurata per oscenità.

Ma la libertà, accidenti, mi pare questione ben più complessa. Semplicemente, non so cosa dirvi, se non che Fanny Hill mi ha annoiato a morte, ecco.”

Alfonso d’Agostino

SCHEDA LIBRO
Autore: John Cleland
Titolo: Fanny Hill. Memorie di una donna di piacere
Traduzione: G. De Beaumont
Editore: Marsilio
Collana: Grandi Classici Tascabili
Pagine: 240
ISBN: 978-8831776530

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