Odio non avere la controprova, ma sono convinto che sarei follemente innamorato della scrittura di Mauro Covacich anche se non fosse nato a Trieste. Ho seguito il suo percorso narrativo esultando per l’uscita dei suoi romanzi e cedendo all’acquisto del Corriere della Sera (che non è il mio quotidiano di riferimento) ogni volta che le sue frasi ne vergavano le pagine.
Chi mi conosce bene mi ha fatto trovare “La sposa” sul comodino pochi giorni dopo la sua uscita. E’ rimasto lì per troppo tempo, perché sono un lettore ansiogeno e protettivo verso i suoi scrittori preferiti, e ogni volta che lo prendevo in mano tremavo al pensiero che potesse non piacermi.
Oggi, completata pagina 185, posso sospirare di sollievo e anche di piacere, perché questi strani oggetti narrativi, a metà tra l’autobiografico e la cronaca, fra il racconto e la poesia in prosa, non ha deluso le mie aspettative.
Covacich è interessante, non riesco a trovare un aggettivo che calzi meglio di questo certamente povero e banale se non inteso nella sua interezza. Che racconti di Cogne o del bagnino punzonatore della piscina che frequenta, che ti fulmini con un pensiero su Alessandro Bono o sul disagio delle periferie romane, i suoi scritti hanno l’invidiabile capacità di costringere al pensiero. E non è più questione di essere d’accordo o meno, di avere idee (mai ideologie) o esperienze contigue alle sue: avverti i neuroni che si mettono in moto, il cervello che riprende a respirare (mi perdonino i medici), la mente tornare a esercitare. Per un lettore è una sensazione stupenda.
Vi segnalo in particolare due dei “racconti” – il termine è limitativo – che compongono l’antologia: il primo la apre, ed è un omaggio sentito, toccante e di una dolcezza inaspettata a Pippa Bacca, l’artista uccisa durante la performance “Il viaggio della sposa” di cui avevo raccontato qui: http://www.masedomani.com/2013/12/09/e-se-poi-il-video-omaggio-di-malika-ayane-a-pippa-bacca/. “La sposa” è anche il titolo della raccolta e in copertina primeggia uno scatto della stessa Pippa Bacca che ritrae le sue scarpe a Sarajevo. Nella sua evocativa semplicità, la trovo una delle copertine più belle su cui mi sia stata data grazia di mettere gli occhi.
Vi imploro poi di leggere “Doppia panna”, il racconto della prima gita a Roma della nipotina (triestinissima!) di Covacich insieme allo zio. Una scoperta nella scoperta, l’esempio di come da uno sguardo innocente possano nascere collegamenti, riflessioni, agganci esistenziali. In una parola: pensieri.
SCHEDA LIBRO
TITOLO: La sposa
AUTORE: Mauro Covacich
EDITORE: Bompiani
COLLANA: Narratori italiani
PAGINE: 186
ISBN: 9788845275890
ACQUISTO
Amazon.it: Cartaceo (13,60 euro), ebook kindle (9,49 euro)
Apple iBooks Store: 9,49 euro, formato ePub
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
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