John Wick è un uomo tranquillo, sta soffrendo tremendamente, dopo pochi anni di felicità all’improvviso ha perso la sua dolce metà. Ora è solo, in una casa troppo grande con l’immensa New York sullo sfondo. Gli rimane però uno splendido cucciolo quale ultimo regalo dell’amata. John è da sempre introverso e, adesso che la moglie non c’è più, l’unica consolazione sono le auto e il dolcissimo beagle. Purtroppo, la sua sofferenza sta per essere brutalmente scossa da una testa calda che decide di portargli via quel poco che gli rimane.
Tutti sanno chi è John, nessuno si sognerebbe di toccarlo o di fargli del male, perché John è pura determinazione, concentrazione, vittoria. Chi sia Mr. Wick, cosa scateni la sua ira e il resto della trama sono gli enigmi che dovrete risolvere. Sino all’ingresso in sala, vi basti sapere che quest’uomo è una macchina da guerra e, se siete finiti nel suo mirino, correre lontano non sarà sufficiente a sfuggirgli.
“John Wick” è un revenge movie, è un action sparatutto che, nonostante sembri la trasposizione su grande schermo di una graphic novel, nasce da una sceneggiatura originale, il cui scopo era proprio quello di rifarsi ai fumetti e al cinema di genere. Gli omaggi sono evidenti, d’altro canto molte delle persone dietro le quinte collaborano da anni alla realizzazione dei migliori film di azione. E, ironicamente, in regia c’è proprio un duo di ex-stuntman che conoscevano molto bene Keanu Reeves sin dall’epoca di Matrix, dettaglio che non passa inosservato.
Sempre incorniciata da una luce livida, parca nei dialoghi e con un protagonista John/Keanu barbuto, cupo, dall’aspetto pseudo-emblematico, la pellicola prende il via ricalcando le orme dei vecchi noir per dirazzare presto verso l’action ammazzatutti, genere che gremisce i multisala durante il fine settimana grazie alla perfetta iniezione di divertimento senza implicazioni che solo questo genere riesce a far provare.
Il film diretto da David Leitch e Chad Stahelsk è un B-movie (e non credo intendesse essere altro). Inframezzato da dialoghi grotteschi mostra un lungo elenco di situazioni impossibili e, con sovrabbondanza di bossoli (secondo un body count in rete, Keanu abbatterebbe “personalmente” ottantaquattro dei centodiciannove che trapassano prima del finale – gulp!), quest’opera sviluppa una storia – prevedibile – di furia omicida nei confronti dei cattivi. Peccato che il neo-eroe non sia un esempio di rettitudine e che arrivi in sala dopo tanti altri protagonisti con il medesimo aspetto ed egualmente in preda ad un crollo emotivo.
Questo lavoro non passerà agli annali per l’originalità, ha un intreccio ben lontano dal poter sorprendere qualcuno, ha un cast ricco di nomi noti che non si sa per quale motivo abbiano accettato la parte e abusa di colpi alla testa ma offre al suo pubblico la possibilità di godere dei benefici di una storia che sia un nonsenso. Dall’altra parte del globo sembra che stia conquistando le platee e voi, siete pronti a conoscere John?
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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