Il protagonista di questa storia è un raro esemplare di Cinoipteco (Macaca nigra), una sorta di macaco che – nonostante l’innegabile simpatia di un aspetto da cartone animato – è una specie a rischio al punto da essersi ridotta dell’80% nelle ultime tre generazioni.
David Slater, fotografo naturalista, si trovava sull’isola di Sulawesi (Indonesia) per immortalarne la vita. Durante la preparazione della sessione di scatti, una femmina di Macaca nigra ha sottratto una delle macchine fotografiche. Dimostrando inequivocabilmente che l’arte del selfie risiede nel materiale genetico dell’intera specie, allargata ai bipedi umani, la fanciulla pelosa ha scattato una serie di immagini di se stessa. Molte risultarono sfuocate, ma almeno un paio erano di livello superiore a quelle scattate dai nostri simili nel bagno di casa.
Il nostro racconto potrebbe terminare qui, magari con un accorato appello per la salvezza di questo animale meraviglioso. Fermo restando che sono disponibile a firmare una petizione, la storia prosegue e si tramuta in un caso giudiziario. Cosa è successo?
E’ successo che, dopo essere diventata virale e aver colpito e commosso un po’ tutti, l’immagine autoprodotta dal macaco è approdata su Wikipedia. Evento curioso, come sa chiunque abbia cercato di caricare delle proprio immagini sull’enciclopedia online più famosa del globo: l’attenzione per il copyright è davvero al massimo livello, persino quando autore dello scatto e utente Wikipedia sono la stessa persona.
Slater – che con il selfie del macaco qualche lira l’aveva tirata su – ha immediatamente richiesto la rimozione della foto da Wikimedia Commons, rivendicandone il copyright, ma nel 2014 la Wikimedia Foundation lo ha gelato, dichiarando che la sua richiesta di copyright non era accettabile in quanto l’autore dell’immagine era… il macaco! La questione è finita ovviamente in tribunale.
Ed ecco la sorpresa: lo U.S. Copyright Office ha dichiarato che “a photograph taken by a monkey” o “a mural painted by an elephant” non possono essere coperti da copyright, concetto nato per tutelare prodotti artistici o professionali “created by a human being”.
Tirando le somme:
– le moderne fotocamere possono essere utilizzate anche da un macaco con discreti risultati
– i selfie ci avvicinano al mondo dei primati
– è inutile che cerchiate di trasformare il vostro gatto in un fotoreporter
– salvate il Cinoipteco!
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.