Nove mesi fa ero a New York. Si passeggiava amabilmente nella Grand Central Terminal, fotografando l’orologio e le centinaia di persone che transitavano in quel luogo così magico, fuori dal tempo, cinematografico. Ricordo la vetrina di una libreria che annunciava malinconicamente “l’ultimo Tom Clancy”. Per chi, come me, aveva amato Jack Ryan e (quasi tutti) i capitoli della sua saga, quel “LAST” scritto in rosso serviva a ricordare che Tom Clancy non c’era più, e metteva un po’ di tristezza.
“Command Authority” è uscito anche in Italia, e nonostante alcuni degli ultimi lavori del capostipite del militar-thriller non avessero (eufemismo) corrisposto le mie aspettative, ho pensato che una sorta di omaggio postumo fosse dovuto, e mi son messo a leggerlo.
Sorprendentemente, l’ho divorato. E adesso che l’ultima pagina è andata, mi sto chiedendo il perché.
Un primo elemento di sicuro interesse è la sinistra capacità di Clancy di prevedere: se già eravamo rimasti colpiti da un romanzo in cui un aereo si schiantava sul Congresso azzerando la linea di comando USA (ad eccezione di Ryan, ovviamente), edito ben prima dell’11 settembre, beh, con “Command Authority” siamo di fronte ad un presidente russo espansionista, intento ad allargare i confini della madrepatria con azioni militari e di ripopolamento russofono che includono naturalmente la Crimea e le province orientali dell’Ucraina… Inevitabile che la lettura scorra, fosse soltanto per l’estrema attualità del tutto.
Va poi evidenziata una struttura narrativa che non è certamente originale in termini assoluti, ma che riveste carattere di novità nella produzione di Clancy: dopo un inizio scoppiettante puramente militare (alla “Uragano rosso”, per intendersi), la trama si sviluppa su un continua alternanza fra il presente – dove il protagonista principale è il figlio di Ryan – e il passato, dove ad essere seguito in primo piano è il futuro presidente USA in quelli che sono i suoi primi passi nel mondo dello spionaggio. Sono capitoli che si collocano temporalmente subito dopo “Attentato alla corte di Inghilterra”, e che fanno riscoprire un protagonista ancora incerto, animato da intenti morali e non ancora contaminato dalle logiche politiche e di potere che seguiranno.
L’espediente narrativo funziona, e trascina il lettore fino a un finale forse non imprevedibile, ma comunque godibile. Per gli amanti del genere, imperdibile.
Alfonso d’Agostino
SCHEDA LIBRO
TITOLO: Command Authority
AUTORE: Tom Clancy con Mark Greaney
EDITORE: Rizzoli
COLLANA: Rizzoli Best
PAGINE: 651
ISBN: 978-8817079525
ACQUISTO
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Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
[…] *Command Autority di Tom Clancy (Rizzoli) Narr.G 854-16 […]