Ci sono film che vedi una volta, te ne innamori, ma sono di una drammaticità tale da impedirti una seconda visione. Ci sono altre pellicole, invece, che t’inducono ciò che secondo alcuni è puro masochismo: sono strazianti, ma fanno scattare quell’impulso irrefrenabile di farsi del male più e più volte. “Mommy” appartiene a questa seconda categoria.

Ieri abbiamo incontrato Xavier Dolan, classe 1989, figlio d’arte, con una carriera nel cinema da sempre, enfant prodige dietro la macchina da presa e cinque film da regista che hanno già conquistato le platee e le giurie più difficili, più blasonate e più importanti del mondo, festival de Cannes in primis.

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Avevamo già visto questo ragazzino esile, eclettico, sicuro di sé sia a Venezia sia a Cannes, ma ieri, per la prima volta, abbiamo avuto la possibilità di trascorrere del tempo con lui fuori dai caotici festival, nella più intima cornice della città di Milano, dove era appena giunto per accompagnare la pellicola che rappresenterà il Canada alla prossima corsa agli Oscar®, quel “Mommy” che una volta visto non vi lascerà più.

Ogni volta ci impressiona, ogni volta stentiamo a credere che una persona così giovane abbia così tanto talento da poter insegnare molto ai colleghi col doppio dei suoi anni. Perché Dolan riesce a cogliere tutti i tic, i gesti, le sviste, le espressioni e le smorfie di una donna, di una madre, di un essere umano. Sa riprodurre la sofferenza e la determinazione, l’amore e il dolore, con una freddezza che incornicia e bilancia – nel caso di “Mommy” – con una luce caldissima, dorata, vero coronamento a figure femminili determinate a vincere, mai vittime, nonostante la vita non sia stata clemente con loro.

Portrait of Xavier Dolan  - Photo: courtesy of GoodFilms

Il regista Xavier Dolan
Photo: courtesy of GoodFilms

Xavier Dolan è aperto, attento e con le idee chiare. A chi gli chiede se non vi sia crudeltà nel dipingere la figura materna come ha fatto con Diane, replica che è una possibile interpretazione ma non la sua. D’altro canto, oramai non è più un segreto che paragoni questo personaggio a un’eroina, a una madre-coraggio che non molla mai e, in effetti, il suo “Mommy” è un film forte e intenso, vero inno alla speranza e ai legami affettivi, che si tiene ben lontano dal mostrare una battaglia del bene contro il male. Esplora un equilibrio precario del rapporto (turbolento) tra una madre e un figlio, nulla di più.

Dolan non si ferma qui. A chi gli chiede quali siano i suoi riferimenti cinematografici, replica – per l’ennesima volta, aggiungo io – che l’unico influsso sia stato quello dei film che hanno popolato la sua infanzia. Non ha problemi a sfatare paragoni colti ancorando il suo lavoro alle pellicole cui ha strizzato realmente l’occhiolino (ad esempio, la scena di Diane con la spesa non s’inchina ai grandi registi russi ma a un popolarissimo film per ragazzi made in USA). Ai curiosi cita nomi di pittori, artisti e fotografi di cui subisce oggi come ieri il fascino. Conferma che Hollywood gli abbia aperto le porte. E asseconda coloro in cerca anticipazioni: il prossimo film sarà “The Death and Life of John F. Donovan” e l’affascinante Jessica Chastain vestirà i panni di una cattiva molto sensuale.

Xavier Dolan and Die (Anne Dorval) on set - Photo: courtesy of GoodFilms

Xavier Dolan and Die (Anne Dorval) on set – Photo: courtesy of GoodFilms

E Xavier Dolan è sorprendente anche nella gestione della notorietà: chiacchiera, sorride alla milionesima domanda identica alle precedenti, fa battute e con entusiasmo asseconda i giornalisti che, tornati per un attimo bambini, gli chiedono autografi e foto ricordo (in fondo le nostre). Accetta e promuove la sua opera con una professionalità che conferma ulteriormente il suo innato talento e merita un bel applauso.

Ora non ci resta che invitarvi a vedere “Mommy”, l’elegante, attento e emozionante film che, dopo sei mesi dalla presentazione e dal trionfo (!) sur la Croisette, giovedì 4 dicembre 2014 approderà nei nostri cinema. Una volta visto, vi entrerà sottopelle. Garantito.

Vissia Menza

n.d.r. In attesa della recensione ecco le nostre foto della conferenza stampa milanese