Dopo i vampiri addomesticati e i ragazzini che fanno crollare i peggiori regimi, oggi vi facciamo fare un bel balzo nel passato per narrarvi le avventure di un gruppo di uomini scandinavi, abili navigatori e forti soldati, che qualche secolo addietro diedero del filo da torcere ai loro vicini di casa, britannici in primis. Parliamo di Vichinghi. Ma non di un gruppo qualsiasi, bensì di Asbjorn e di una manciata di valorosi compagni, un gruppo di esiliati naufragato sulle coste scozzesi che si ritrova a combattere con nuovi nemici ancor prima di trovare un riparo e un luogo sicuro in cui tornare a vivere.
In seguito al rovinoso naufragio, e al singolare benvenuto a suon di spade, il nostro neo-eroe (che, ovviamente, è un giovane maschio, alto, biondo e aitante, sogno di molte ragazzine), si trova per le mani una valido lasciapassare: una giovane abbandonata all’interno di una carrozza. Peccato che Asbjorn (Tom Hopper) e i suoi compagni non sappiano che la dama sia un carico esplosivo, una persona preziosa che può fruttare una ricompensa oppure la morte. Lady Inghean (Charlie Murphy), questo il suo nome, è, infatti, la figlia di Re Dunchaid (Danny Keogh), sovrano di Scozia senza scrupoli che alla notizia, infatti, riunisce la sua armata di temibili mercenari e li manda sulle tracce del gruppo.
“I Vichinghi” si presenta come un film di azione, guerra, avventura, una vera lotta per la sopravvivenza senza esclusione di colpi, sofferenza e perdite. Ma è anche carico di sacrifici e gesta eroiche, a dimostrazione dell’importanza di far parte di un gruppo, di dare seguito alla parola data, dell’essere uomini integri. Anche dei guerrieri pronti a gesti efferati ha, infatti, un codice e un’umanità che nei momenti cruciali emergono con forza. Poco poi importa che questi bellimbusti siano sfregiati, con modi un po’ rudi, e non si facciano una doccia da troppo tempo. Il nuovo trend è di avere eroi che ci riportino alle origini.
Per raggiungere lo scopo, la produzione sin da subito ha puntato gli occhi sul regista d’azione Claudio Fah, il cui nome alcuni lo assoceranno anche al film “The Hole”, e su un cast di giovani talenti. A partire dall’unica presenza femminile, Lady Inghean, che ha il volto di Charlie Murphy, attrice con pochi film in curriculum ma tutti di prima classe (“’71” visto a Berlino e “Philomena” approdato al Lido!) e il musicista Ed Skrein – qui il giovane e spietato leader del Lupi – che molti fan della serie TV “Il Trono di Spade” ameranno e che, personalmente, ricordo ne l’incredibile “The Sweeney” visto a Locarno. Ultimo punto di orgoglio è la presenza dell’attore elvetico Anatole Taubman (“Captain America – Il primo vendicatore”), bravo nei panni del cattivo al punto di farci esultare quando gliele danno di santa ragione. Per il resto, la pellicola è pura evasione senza velleità di concorrere ai prossimi Oscar®.
“I Vichinghi” è un film che sarà amato dalle giovani fan dei muscolosi protagonisti, da chi adora fantasticare di storie antiche e chi cerca azione in costume senza danni collaterali. L’opera si addice meno ai cinefili incalliti, alle dame agée e a chi cerca immedesimazione.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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