È arrivato il momento di parlare del terzo capitolo della saga degli Hunger Games: “Il canto della Rivolta – Parte 1” che, da poche ore, ha invaso le sale cinematografiche della Penisola. Vediamo quindi di fare il punto.
Dove eravamo? Due adolescenti, Katniss e Peeta, in un futuro non troppo distante, vivono in un mondo diverso dal nostro. Nella loro epoca la pace è garantita da un rituale, un sacrificio (dis) umano, un gioco crudele a cadenza regolare. La neonata tradizione sarà messa a dura prova dalla giovane Katniss, una ragazzina che s’immola per salvare la sorellina e non solo sopravvive ma prima vince la sfida, poi si piega al volere dei potentati e, alla fine… si ribella.
E ora? Inizia la guerra. La storia si apre all’interno di un bunker della resistenza. I protagonisti sono spaesati, non convinti, distratti e distrutti dalla situazione e dal carico sempre crescente di responsabilità sulle loro giovani spalle. Katniss Everdeen (Jennifer Lawrence) è sconvolta dalla perdita dal compagno di tante lotte: che fine ha fatto Peeta? Perché molti sfidanti non sono stati giustiziati? Che secondi fini ha il Presidente Snow?
Al cinema troverete tutte le risposte, in un’opera che si discosta per la prima volta in modo evidente dal vecchio format che gli ha garantito tanto successo. Questo episodio si contraddistingue, infatti, per essere un racconto di guerra, una storia di vessazione e ribellione. L’azione e l’amore adolescenziale hanno lasciato spazio a strategie, bombardamenti, e perdite di persone care.
War is War – I dardi sono diminuiti, le corse contro il tempo sono cambiate, la suspense è cresciuta e gli adulti sembrano essere il nuovo target da sedurre. Gli argomenti introdotti sono davvero scottanti e provocano non pochi sospiri in coloro che, come noi, leggono la rassegna stampa ogni mattina, sempre carica di notizie negative.
L’importanza di pace e democrazia; la guerra civile e i suoi propositi; la giustizia sommaria e le sue conseguenze; la costante manipolazione delle informazioni e la propaganda attraverso i media; la libertà e il suo prezzo; il peso del compromesso, l’importanza della coerenza e dell’integrità dell’uomo, sono solo alcuni dei temi trattati durante le abbondanti due ore di film. La sensazione è che la storia stia virando, sia più matura e voglia rimanere al passo coi tempi e con la crescita dei suoi fan. L’innocenza fa un passo indietro, s’inchina alla sua audience, la trama s’infittisce.
What’s next? Seguendo la moda degli ultimi anni, questo episodio di “Hunger Games” si interrompe sul più bello e per vedere il finale dovrete attendere ancora un po’. Nel mentre, se siete fan sfegatati della Lawrence (convincente anche nei panni di leader della rivolta); se vi state domandando cosa possa accadere mettendo nella stessa stanza Julianne Moore, Philip Seymour Hoffman e Woody Harrelson; se i giochi di strategia vi appassionano e se amate intrighi e lotte di potere, allora smettete di cercare: “Il canto della Rivolta – Parte 1” è il vostro film.
Molti i pensieri e sempre meno la spensieratezza nella pellicola che è riuscita a dividere la platea dopo la proiezione a cui ho assistito. Chi l’ha amata perché più adulta delle precedenti, e chi è rimasto male per l’assenza di avventura e di quel pizzico di romance adolescenziale. Di sicuro, all’unanimità, si è applaudito al ritmo, alla scenografia, alla scelta della canzone (che diverrà il prossimo tormentone) e alla voglia di osare. La vittoria di questo capitolo, adesso, la sancirete voi. Che sensazioni vi hanno provocato le gesta eroiche di Katniss Everdeen?
Vissia Menza
Ultimo aggiornamento il 21 novembre 2014 alle 12:46
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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