C’è stato un periodo nella mia vita in cui tutti mi chiamavano “Trie”. È stato in corrispondenza con il trasferimento lavorativo del babbo (e famiglia al seguito) dalla ridente Monfalcone alla metropoli lombarda capitale morale d’Italia: iniziata la scuola a Milano con un accento veneto-giuliano ancora prepotente, il soprannome è giunto naturale e indelebile. A far mente locale, mi accorgo che anche la morosa dell’epoca mi chiamava “Trieste”.
A Michela Borellini, giovane e brillante commissario della polizia di stato in trasferta per due mesi a Napoli, accade lo stesso: non importa che sia di Varese, all’ombra del Vesuvio diventerà per tutti “la milanesa”. Ed è questo il titolo, quanto mai azzeccato, del nuovo romanzo di Manuela Lozza, edito da Happy Hour.

Photo (c) Michele Ulisse
In un giallo che alterna con estrema piacevolezza le indagini sull’omicidio di una bambinaia e le peripezie sentimentali della protagonista, si sviluppa una trama agile e intrigante, che ha anche il merito di far dialogare due realtà, quella settentrionale e quella meridionale, spesso oggetto di banalizzazioni macchiettiste; all’autrice il merito di aver creato uno scambio emozionale vero, frutto – ne sono piuttosto certo – di una profonda conoscenza di entrambi i territori. E non si tratta di aver vissuto in una città a lungo, ma di quella comprensione della circostanza e del luogo che è tipico di un’anima sensibile.
La struttura narrativa é solida, la vicenda si snoda in modo limpido e coerente, i personaggi sono credibili e la protagonista fa sperare in un seguito seriale delle avventure: insomma, un ottimo romanzo di genere, in grado di superare – con l’interesse sociale per il territorio ed una profonda attenzione emozionale – i limiti normalmente invalicabili per una lettura gialla. Consigliatissimo.
SCHEDA LIBRO
Titolo: La Milanesa
Autore: Manuela Lozza
Editore: Happy Hour Edizioni
ISBN: 978-8896941157
Pagine: 200
Prezzo: 12 euro
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Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
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[…] vi devo dire che quando la mia amica Manuela Lozza mi aveva detto di Francesca, del suo B&B, della Valtellina e del Trenino Rosso la mia memoria […]