Recensione doppia: l’ultimo Camilleri e l’ultimo Malvaldi

Uffa, oggi sono costretto a raccontarvi di un paio di piccole delusioni. Piccole, eh: non momenti di tristezza epocale o circostanze in cui percepisci un velo nero calarti davanti alle palpebre e riesci faticosamente a balbettare una sillaba dietro l’altra. No, piccole delusioni, tipo quando rientri a casa e il cane ti ha divorato una ciabatta, oppure quando apprendi che il tuo treno viaggia con venti minuti di ritardo.

La prima piccola delusione me l’ha data Montalbano. Ho appreso con la tradizionale felicità dell’uscita di un nuovo Camilleri dedicato al commissario più amato dello Stivale, e ho notato con una certa soddisfazione che si trattava di racconti: alcuni dei volumi che raccolgono le avventure più “minimal” ambientate in quel di Vigata mi sono parse dei piccoli gioiellini, e mi auguravo che “Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano” risultasse sulla stessa lunghezza d’onda.

Ho l’impressione che non sia così. Non so quanto ciò che sto per descrivere sia collegato con l’ormai pluriennale frequentazione di Montalbano e compagnia bella, ma in questo ultimo volume si avverte un’aria di leggera stanchezza. Manca, forse, il colpo di teatro: tutti è immutato – Livia che scartavetra gli zebedei, Catarella che provoca infarti spalancando l’uscio, Mimì tra gonne svolazzanti – e se l’intento era quello di mostrare un commissario più giovane e meno smaliziato siamo un po’ lontani dal traguardo. Cambia la valuta (si ragiona in lire), non si modificato di una virgola personaggi ed equilibri, e pagina dopo pagina una domanda biricchina si affaccia alla mente: non è che serviva un traino per una nuova serie tv sul giovane Montalbano?

No, aspettate, per quanto riguarda l’ultimo Malvaldi mi devo spiegare bene. Ehi, attenzione, lo scrivo in rosso su fondo bianco: questa non è una stroncatura.
Nel senso che Malvaldi è Malvaldi, e se contate di riuscire a concludere un suo romanzo senza essere scoppiati a ridere almeno quattro volte (a me è accaduto in treno, tra l’altro, quindi con un leggero imbarazzo…), no, non è ancora il caso: anche con “Il telefono senza fili” intraprenderete una lettura spassosa, vi godrete i dialoghi toscanissimi dei pensionati e accompagnerete il “barrista” Massimo nel suo slalom fra la ricerca di una tranquilla quotidianità e i misteri che gli ottuagenari trascinano fino al suo bancone.

Il punto è che Malvaldi mi aveva abituato ad un piccolo e continuo miracolo letterario, in cui agli elementi sopra descritti – che, ribadisco, non vengono abbandonati – corrispondeva una solidissima trama gialla. Per i cultori del genere era un godimento assoluto: alla qualità ironica e umoristica si sommava una particolarissima arte del mistero, ed il risultato era francamente sensazionale.

Ecco, “Il telefono senza fili” manca un po’ sul fronte giallo: la vicenda non è intrigante come nelle precedenti avventure e i personaggi (esclusi i protagonisti) soffrono di una certa piattezza. Ora, creare delle situazioni in cui far indagare un barista (scusate, “barrista”) e quattro pensionati è estremamente complicato, però mi son mancati due battiti al cuore e dovevo dirlo, ecco.

Scheda Libro
Titolo: Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano
Autore: Andrea Camilleri
Editore: Sellerio
Collana: La memoria
Codice ISBN: 9788838932533
Pagine: 314
Acquisto
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iBooks Apple Store: euro 9,99

Scheda Libro
Titolo: Il telefono senza fili
Autore: Marco Malvaldi
Editore: Sellerio
Collana: La memoria
Codice ISBN: 9788838932281
Pagine: 208
Acquisto
Amazon.it – Brossurato: euro 11,05, ebook kindle: euro 8,99
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