Sono innamorato di Perez-Reverte. Un amore solidissimo, nato con “Il Club Dumas” – di cui prima o poi giuro di raccontarvi – e proseguito con una serie di letture davvero imperdibili: da “Territorio Comanche”, forse il più bel libro su reporter e reportage di guerra, a “L’ombra dell’aquila”, fino al meraviglioso “Il pittore di battaglie”. Una successione di romanzi assolutamente consigliati, una vera miniera d’oro narrativa a cui vi imploro di attingere.
Nonostante il titolo possa far presagire qualcosa di simile, “Il cecchino paziente” non ha alcuna relazione con i conflitti bellici che Perez-Reverte ha raccontato come reporter prima e come romanziere subito dopo. Il contesto è quello di un mondo che un po’ mi affascina e un po’ mi provoca repulsione: i writers, da noi volgarmente noti come “graffitari”.
Chiariamo: con onestà intellettuale, l’autore non si limita a raccontarci di quelle “opere sui muri” che stanno al confine con l’arte contemporanea, ma descrive scontri tra bande, tag o firme su monumenti, insomma l’intero campionario di elementi che a me appaiono sempre un po’ disturbanti.
La vicenda si sviluppa intorno ad un artista di strada divenuto a poco a poco leggendario, un po’ per l’identità mai rivelata, un po’ per i suoi interventi artistici firmati con il disegno di un mirino: da lì il soprannome (Sniper), e da lì una sorta di adorazione / emulazione che avrà tragici effetti.
La protagonista, Alejandra Varela detta Lex, viene incaricata di scoprire chi sia Sniper e dove si trovi, con l’intenzione di convincerlo ad abbandonare la strada è trasformarlo in una star internazionale; a me i riferimenti, o quanto meno un’ispirazione, a Bansky sono sembrati chiari, ma non attendetevi un saggio artistico o un pamphlet sul l’evoluzione dell’arte contemporanea. Si tratta di un vero e proprio thriller, in cui alla serie di viaggi e di esperienze anche drammatiche di Lex viene affiancata una storia che ha molto di personale, fino ad un trascinante finale che lascerà il lettore con la bocca spalancata per qualche secondo.
In Prerez-Reverte ammiro esattamente questo: l’autore spagnolo ha dato vita ad una narrativa che non è mai banale, che è sempre contaminata dall’oggi con uno sguardo sul passato e sull’arte, mantenendo un profilo di profonda umanità che conquista. Ancora una volta, un romanzo da leggere e rileggere, arricchiato da una copertina da urlo – e diciamolo, quando una grafica funziona!
Alfonso d’Agostino
Scheda Libro
Titolo: Il cecchino paziente
Autori: Arturo Perez-Reverte
Editore: Rizzoli
Collana: Scala Stranieri
Codice ISBN: 9788817075633
Pagine: 253
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Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
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