Da qualche giorno al cinema è arrivato il primo lungometraggio di animazione, in 3D (e 2D), dedicato a Doraemon, il personaggio creato dalla matita/ penna/ pennino di Fujiko F. Fujio nel lontano 1969. Indiscusso protagonista della storia è un gatto-robot di nome Doraemon, appunto, dal manto color ceruleo, con una testa gigantesca, giunto dal 23° secolo per salvare il piccolo e simpatico Nobita.
Sin dagli inizi, il manga di Doraemon è stato amato ed è divenuto famoso: è uscito su ben 6 riviste contemporaneamente (!), è stato in auge per così tanto tempo da superare le 1.300 storie (raccolte in ben 45 volumi) ed è diventato un mito per diverse generazioni al punto da dover adattare il finale alle esigenze dei nuovi lettori. Protagonista di addirittura 65 videogiochi e un musical, Doaraemon si è presto tramutato in un eroe, non dico nazionale ma quasi. Non stupisce quindi che nel 2008 sia divenuto “ambasciatore asiatico delle anime” (gulp!) e che oggi, ad 80 anni dalla nascita del suo autore, arrivi nelle nostre sale in 3D per la gioia dei fan di nuova e vecchia data.
Doraemon torna nel passato per aiutare Nobita, un bimbo di dieci anni, di animo gentile e buono ma pigro e indolente, sempre in ritardo che trascorre il suo tempo a leggere fumetti e guardare la TV. Il gattone blu, assurge subito a guida, maestro e compagno di giochi inseparabile. Inviato nel nostro tempo dai pronipoti di Nobita, per migliorare il corso degli eventi e far diventare assennato, responsabile, attivo e laborioso il fanciullo, Doraemon e i suoi ciusky (dei fantasiosi tecno-gadget), sembrano essere l’unica soluzione per assicurare a tutti un futuro roseo.
Il sodalizio bimbo-micio intergalattico è esplosivo: il sorriso regna sovrano, le ramanzine pure, ma l’apprendimento migliora notevolmente. Il paio inizia a viaggiare nel tempo (per tamponare le conseguenze delle azioni avventate del bambino), Nobita entra nella crescita e pian piano si modifica in meglio, prende coscienza delle cose, sino a quando l’amore non ci mette lo zampino.
La storia appassiona perché Doraemon è come i suoi piccoli spettatori: è senza filtri, dice le cose come stanno, se necessario riprende il bambino senza peli sulla lingua, al contempo però regala un’avventura a tutti. Nobita, scopre nuove situazioni e si avvantaggia della tecnologia di un altro mondo per riscattarsi dai bulli della scuola, dai professori e da sé stesso; mentre i bambini in sala di divertono, tifano ridono e chiedono, rivolgono domande ai genitori o direttamente allo schermo. La favola di oggi vuole, infatti, divertire e insegnare i valori senza tempo di rispetto, amicizia, integrità e, dal brusio in sala, pare esserci riuscita.
“Doraemon – Il film” segna un nuovo inizio: con il supporto della tecnologia, tra cui il 3D stereoscopico, degli infiniti gadget, e dei viaggi su e giù per la linea del tempo, il gatto blu più famoso d’Asia non smette di affascinare anche noi grandi. Le città del futuro sono un sogno, sono talmente belle da farci sperare che un domani saranno davvero così, trasparenti, armoniose, efficienti e… rigogliose.
Il film è in sala dal 6 novembre 2014 ed è adatto a tutti.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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