Immaginate, un giorno, di passeggiare nei boschi, quelli che conoscete da una vita, in cui vi addentrate quando cercate la quiete. Immaginate a un certo punto di essere attirati da un bagliore, da una pianta che si illumina e da cui esce una neonata. Una piccola gemma, una dolce bimba, talmente minuscola da sembrare una miniatura. Impossibile lasciare la creatura sola in quel luogo. E, ora, immaginate, una volta rincasati, di iniziare a occuparvi della trovatella, di vederla trasformarsi in fretta in una fanciulla sorridente, divertita, curiosa, intenta a scoprire, assaporare e toccare quanto più possibile di questo mondo.
Con uno sfondo luminosissimo, immerso nel verde, sospeso nel tempo, ma chiaramente ancorato ad antiche tradizioni (che sappiamo provenire dal Giappone), prende il via la parabola della bella Kaguya, la giovane trovata e cresciuta da una tagliabambù, destinata a diventare Principessa, portata sullo schermo dal caparbio e geniale regista Isao Takahata.
L’avevamo anticipato sul primo numero del MAG (un click qui per sfogliarlo) e ora è giunto il momento: “La Storia della Principessa Splendente”, ultimo lavoro di Takahata, sarà al cinema da oggi sino al 5 novembre 2014. Dopo l’anteprima in una saletta piccola piccola durante l’ultimo Festival di Cannes; dopo l’entusiasmo con cui a suo tempo avevamo parlato del film (a pagg. 36 e 37 del MAG); dopo una lunga e travagliata gestazione, arriva nelle sale la pellicola che ha rischiato di non vedere la luce, che ha portato a mediazioni, ricerche di fondi, rinvii e ha imposto tecniche e soluzioni diverse, innovative.
Le scommesse da vincere per l’autore, e per lo Studio Ghibli, sono state più d’una. La tenacia, la volontà, e il credere nel progetto, hanno fatto il resto, prova vivente degli insegnamenti descritti proprio in quella storia tanto popolare in Giappone, quanto sconosciuta da noi (“Il racconto di un tagliabambù”), cui attinge quest’opera.
La pellicola parla di crescita, compromessi e responsabilità. La narrazione è avvincente, realistica, appassionata. Le figure sono sorprendenti. I disegni sono semplici ma il tratto è netto e deciso: comunica velocità, trasuda gioia, sofferenza, molti i sentimenti che si susseguono, tutti bucano lo schermo e ci contagiano. La forza di questa storia, che non punta ad essere una favola con happy ending, ci tocca, abbatte le nostre barriere, ci prende al laccio e non ci lascia più.
Kaguya non è di questo mondo, ma lo ama come dovremmo fare tutti. Kaguya soffre come e più di noi. Kaguya dimostra una coerenza che dovrebbe darci non pochi spunti di riflessione. Alla fine siamo esausti ma contenti di aver assistito ad una avventurosa animazione tanto unica, nuova, viva. Con una dolcezza tutta nipponica, ma con un sottile fil rouge con la nostra infanzia e con la piccola “Hedi” che ci accompagnò all’adolescenza, ci fa sentire uguali, normali, umani (e un po’ ingrati).
“La Storia della Principessa Splendente”, con la sua energia, la potrete incontrare anche voi, al cinema, il 3-4-5 novembre 2014.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”