NZAMBI: il viaggio di Hamilton Morris nella foresta di Haiti a caccia di zombie

Hamilton Morris è un giovane scrittore e documentarista, figlio d’arte, piccolo genio da sempre affascinato dalla scienza e dalla chimica e, a 30 anni di distanza dalla pubblicazione del libro “Il Serpente e l’arcobaleno”, incontra il suo autore, l’antropologo Wade Davis. La loro chiacchierata ruota intorno ai riti voodoo haitiani in grado di zombizzare gli esseri umani, ossia di portare un uomo in uno stato di paralisi e incoscienza indistinguibile dalla morte. Si potrebbe dire una situazione di morte apparente che può durare da poche ore a diversi anni.

La speranza di poter tornare nel al-di-qua dopo essere finiti nell’al-di-là affascina molto noi occidentali al pari di quanto terrorizzino i rituali di terre lontane dalla tradizioni millenarie. E la ricetta per renderci zombie è annoverabile proprio in questa seconda categoria da incubi notturni. L’impavido Hamilton, classe 1987, una curiosità innata per gli effetti sul cervello delle pozioni “magiche”, al punto di aver studiato all’università biochimica e ora viaggiare intorno al globo inseguendo antiche leggende e nuovi ritrovati della scienza, oggi va per noi a Port-au-Prince a cercare di far luce sull’esistenza degli zombie.

Clairvius Narcisse, presunta vittima della zombificazione, all’epoca della ricomparsa

A questo punto un inciso è d’obbligo. Il ragazzo è sicuramente coraggioso giacché, a prima vista, non pare avere il cosiddetto physique du rôle: è il classico “spilungone”, alto, magro, pallido, con due occhiaie grandi come una vasca da bagno. Ciò nonostante, prende un aereo e si ritrova a sudarsi l’ultimo chilo all’inseguimento di capi tribù e/o eminenze grigie della zombificazione. Dalla sua ricerca emerge che la pozione per zombificare il prossimo è tramandata da una categoria specifica di santoni, i quali non ne fanno neppure troppo mistero e la utilizzano pressoché alla luce del sole (di Haiti). L’intruglio è un mix di sostanze che si trovano in natura (in piante, frutti, animali, etc), ma poco ortodosse e/o tremendamente velenose. Il segreto sta nel dosaggio: se corretto, induce allucinazioni e uno stato di trance utile alla causa; se effettuato da mani inesperte, porta a morte sicura.

Hamilton ha avuto la fortuna di incontrare molte persone dalla nomea di lunga data che sono state valide guide nel suo viaggio in una terra dalle tradizioni poco conosciute, non comprese e spesso temute alle nostre latitudini. Ha camminato sotto un sole cocente, rischiando prima la disidratazione e poi l’avvelenamento, per testare la misteriosa polvere zombizzante; cercare di vedere una trasformazione e/o un vero zombie; assistere a rituali incomprensibili, dai risvolti inquietanti; e riportare a NYC reperti stra-pagati di miscugli da analizzare e ricondurre alla realtà.

Hamilton Morris, ne ha fatto un lavoro. Ha una trasmissione su vice.com (se siete curiosi cliccate qui) e una sua rubrica su Harper’s Magazine. Ha pure un blog personale a tratti molto scientifico e poco comprensibile per noialtri. Navigando sul web si possono leggere opinioni contrastanti su come si guadagni da vivere, ma le sue conoscenze e abilità vengono riconosciute all’unanimità.

Se volete scoprire qualcosa in più sulla tradizione millenaria dei non morti, prima che Hollywood & Co. li rendesse frutto di una esposizione a radiazioni extraterrestri/ virus trafugati da laboratori super segreti/ contaminazioni fantasiose, allora NZAMBI è un documentario imperdibile :P

Vissia Menza

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