“Amore ho fame!” Quante volte avete sentito il vostro amato dirvi questa frase? E se fosse così affamato da mangiarsi il vicino di casa? Si, si, parlo di un inatteso raptus di cannibalismo, un vero e proprio attacco alla giugulare del malcapitato che però non lo tramuta in un fascinoso vampiro giacché il vostro bel maritino ha preferito diventare un divoratore di carne umana: è uno zombie da manuale, anche se dal cuore tenero. Ma… sarà davvero così?
Se la vostra dolce metà, improvvisa estimatrice della carne cruda, vi dicesse di non preoccuparvi, che nulla è cambiato perché vi ama più di ogni altra persona sulla faccia della terra, quindi non vi tramuterebbe mai in uno sminuzzato da accompagnare con un ottimo calice di sangue d’annata, chiamereste la polizia oppure rimarreste sedotte dalle rinnovate dolci promesse dell’uomo che vi ha condotte all’altare, oggi con le membra in putrefazione?
“Zombie Honeymoon” ci porta in riva al mare proprio durante la luna di miele di una giovane e brillante coppia che in pochi giorni ne vivrà di tutte i colori, dopo che uno sconosciuto vomita addosso allo sposino un liquido scuro e appiccicaticcio che lo soffoca e tramortisce per un bel po’. Ma si sa, la voglia di vivere e gioire, soprattutto nel caso di una coppia che ha appena pronunciato il fatidico SI, può fare miracoli e di sicuro ne compie uno bello grosso con il nostro Danny.
Questa commedia ha una decade sulle spalle, è una produzione indipendente, è stata girata da un esordiente e ci regala un bel po’ di divertimento con la sua paradossale trama. Sicuramente dal budget minimal (e il sangue che ricopre il povero Danny ne è prova incontrovertibile), non credo si prendesse sul serio alla nascita, anzi, ho il dubbio che il passaparola sia stato superiore alle aspettative.
La pellicola esplora con ironia – e diversi ettolitri di sangue – il potere dell’amore e i suoi confini. Denise e Danny Zanders si amano, sono la metà della stessa mela, e dovranno superare la vera prova del nove subito dopo aver pronunciato il “si, lo voglio, in salute e in malattia, sin che morte non ci separi”.
Incasellabile nelle opere da Horror Channel, per una serata gore con gli amici e un trancio di pizza da asporto in mano, questa è la classica commedia di serie B (o, se preferite, di serie Z) che intrattiene e si fa dimenticare dopo poco. Io la considero antesignana del Blockbuster “Warm Bodies” uscito lo scorso anno che, con alle spalle un grande budget, un grande cast e grandi penne, ha cercato di rispondere alla medesima domanda: “può l’amore sconfiggere ogni cosa e dare la forza a un uomo di resistere alla zombificazione?” :)
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”