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Il catalogo di GoWare, giovane realtà fiorentina particolarmente attiva nell’editoria digitale, si distingue per la cura delle pubblicazioni e per il forte interesse dimostrato per le nuove voci della nostra narrativa. Verrebbe quasi da esclamare “Largo ai giovani”, se non fosse che – molto spesso – gli autori selezionati dimostrano una maturità stilistica che fa strabuzzare gli occhi.

È il caso di Vincenzo Cappella, classe 1987, autore di “Le libertà di uno stronzo”, romanzo che attraverso il racconto di un protagonista io-narrante racconta la discesa negli inferi di una setta satanica, inizialmente affrontata come occasione di fuga dalla sonnolenta provincia per poi trasformarsi in un vero incubo.

Vincenzo ci dedica del tempo e noi lo ringraziamo infinitamente.

Ciao Vincenzo! Come prima cosa, complimenti per il tuo primo romanzo. Toglici subito una curiosità: quanto la vicenda è legata a episodi di cronaca?

Innanzitutto, grazie per i complimenti. La vicenda narrata è totalmente inventata e quindi frutto di fantasia. Chiaramente, per poter rendere verosimile la storia mi sono documentato su alcuni fatti realmente accaduti nella provincia italiana, traendone particolari caratteristici come, per esempio, la sudditanza psicologica. Per il resto però – come ti dicevo – si tratta di pura finzione. Mi sono fatto trasportare da quelle leggende, tipiche dei giovanissimi di ogni paese, che riguardano il satanismo e le messe nere.

L’ambientazione del romanzo ha, secondo me, una sua rilevanza. Perché la provincia?

La provincia – per me come per molti altri – è un luogo interiore, il posto dove si consuma la continua lotta (soprattutto per gli adolescenti) fra la noia e l’attesa di qualcosa che sembra dover accadere, ma che non accade mai. Mi sembrava quindi fondamentale ambientare una storia come questa in provincia, che rappresenta l’humus necessario per alimentare certe tensioni emotive.

Ho trovato molto convincente lo sviluppo del personaggio, tratteggiato davvero a tutto tondo. Vuoi raccontarci la sua evoluzione nelle pagine del romanzo – senza spoilerate finali, ovviamente! :)

Il protagonista effettivamente vive una sorta di evoluzione – interiore ma anche esteriore – lungo tutto il romanzo. All’inizio è un ragazzo, come tanti, sprofondato nella noia della provincia; poi intraprende questo percorso di avvicinamento alla setta e il suo atteggiamento cambia, dalla noia si passa all’esaltazione. Il meccanismo della setta però si rivela più grande di lui e lo travolge, alienandolo completamente. Solo alla fine riuscirà, non senza difficoltà, ad acquisire un nuovo senso morale.

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Su cosa stai lavorando adesso? Possiamo aspettarci presto buone nuove dalla tua narrativa?

Intanto sta per uscire Effe, si tratta di un periodico di Altre Narratività curato dai tipi di Flanerì. Nel prossimo numero ci sarà – fra gli altri – anche un mio racconto inedito. E poi sì, sto lavorando al nuovo romanzo.

È una domanda con cui chiudiamo sempre, banale ma sempre foriera di buoni consigli: ci indichi un paio di gialli, thriller o noir che sono stati per te fonte di ispirazione o di puro piacere di lettore?

Cos’è per me fonte di ispirazione non so dirlo, anche perché mi sembra di innamorarmi continuamente della maggior parte delle cose che leggo. Voglio però citarti l’ultimo noir che ho letto e che mi ha colpito davvero molto: “L’assassino non sa scrivere” di Stefano Piedimonte.

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Ringraziamo ancora Vincenzo (e Maria, figura preziosissima in goWare) per il tempo che ci ha regalato, e vi lasciamo alla scheda del romanzo.

SCHEDA LIBRO
Autore: Vincenzo Cappella
Titolo: Le libertà di uno stronzo
Editore: GoWare
Collana: Pesci rossi
Pagine: 114
ISBN: 9788867972265

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