C’è tempo fino al prossimo 26 ottobre per potersi godere le meraviglie del Wildlife Photographer of the Year, il più importante premio per la fotografia naturalistica approdato al Museo Minguzzi (via Palermo 11, Milano – informazioni a fine post) per l’organizzazione della Associazione culturale Radicediunopercento.
Per dare un’idea della rilevanza del concorso in ambito internazionale, basterà citare un paio di numeri: i fotografi e i fotoamatori che si sono cimentati nella competizione sono stati più di 43.000, proveniente – ad ulteriore conferma della globalità dell’iniziativa – da 96 diversi paesi. Una di quelle situazioni in cui non riesci a non pensare al lavoro dei giurati e a rivolgere loro un pensiero commosso e di gratitudine…
L’intenzione del concorso e della relativa esposizione è più che evidente: regalare una visione del nostro pianeta e dei suoi abitanti più puri, lancinado contemporaneamente un monito per la conservazione dello stesso. Non soltanto una raccolta di immagini spettacolari, ma una precisa indicazione di un dovere della nostra generazione: fare in modo che anche i nostri discendenti possano godere delle luci, dei colori, delle infinite varietà animali e floreali della Terra.
In questa ottica, è quanto più opportuno che il premio principale sia stato assegnato a
al sudafricano Greg du Toit con uno scatto (evocativamente intitolato Essence of Elephants) che ritrae uno degli animali più a rischio estinzione del nostro tempo, il maestoso elefante africano. E’ una immagine ricca di movimento, tutta giocata sui toni del blu, che vale davvero la pena osservare nella sua versione esposta al Minguzzi.
L’intera esposizione riempie gli occhi di meraviglia: nello scorrere delle categorie (dai “Ritratti di animali” ai “Regni botanici”, dai “Comportamenti” alla “Natura in città” e ai “Paesaggi incontaminati”) si sviluppa una curiosa capacità camaleontica legata non alla assunzione del colore circostante ma alla caratteristica dei bulbi oculari in piena fuoriuscita dalle orbite. Ti fermi davanti ad una immagine, ti riempi le pupille e il cuore, e non penseresti di avere ancora spazio ma prosegui e sì, lo spazio c’è.
Un plauso anche all’allestimento: i testi che accompagnano le immagini mostrano sia i le caratteristiche tecniche della fotografia – utile per gli autodidatti! – che i dati scientifici sulla specie fotografata.
Mi permetto di consigliare una visita, e non credo proprio che qualcuno potrà rimanere deluso.
Alfonso d’Agostino
Wildlife Photographer of the Year
fino al 26 ottobre 2014
c/o Museo Minguzzi, Via Palermo 11 – 20121 Milano
ORARI
Tutti i giorni 10 – 19
Giovedì 10 – 22
INGRESSO
Intero: € 6,00; ridotto: € 4,00; gratuito: bambini 0-5 anni
Promozione famiglia: con 2 genitori paganti, gratuità per 1 figlio (6-12 anni) su 2 da loro accompagnati
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
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