Recensione del film “Begin Again – Tutto può cambiare” grazie alla passione

Greta (Keira Knightley) e Dan (Mark Ruffalo) s’incontrano una sera qualunque in uno dei tanti bar con palco e microfono aperto che popolano l’East Village di Manhattan. Dan è sull’orlo dell’alcolismo, di sicuro è alticcio quando è catturato dalla graffiante voce di Greta che con la sua chitarra viene forzata sul palco da un amico di vecchia data, Steve (James Corden), ritrovato proprio nella Grande Mela.

I due hanno molto in comune: istinti vincenti, vite emotivamente distrutte, insicurezze che hanno preso il sopravvento, e l’amore per la buona musica. Con l’esistenza alla deriva e una forte ecletticità, pochi giorni dopo il loro incontro, decidono di imbarcarsi in un progetto apparentemente destinato al disastro che ridarà loro la carica, l’ispirazione, la voglia di vivere.

Photo: courtesy of Lucky Red

“Begin Again” è la classica commedia dal sapore amaro condita di sentimento che solo gli americani sanno confezionare con imbattibile semplicità e professionalità. La cornice è quella che tutti vogliamo vedere, la New York notturna fatta di piccoli club in cui molti cercano l’occasione per farsi notare, un bel cliché che sempre funziona nelle pellicole romantiche e che qui sa rimanere sullo sfondo. I riflettori sono, infatti, tutti puntati sui protagonisti e sulle tante note musicali che si susseguono.

Il nuovo lavoro del regista John Carney, che si è fatto notare nel 2006 con l’incredibile film low budget “Once” (premiato con un Oscar® proprio per la miglior canzone, n.d.r.), dopo la prima mondiale dello scorso anno al festival di Toronto, apre le danze del nostro autunno cinematografico. Mark Ruffalo, Keira Knightley e Adam Levine vestono i panni dei tre protagonisti di una storia che man mano che procede prende una strada sempre più realistica e lontana dal classico schema del dramma romantico abbracciato in apertura.

Photo: courtesy of Lucky Red

Ruffalo è tanto fastidioso quanto convincente nel ruolo del disastrato ma geniale Dan. La Knightley è tremendamente insopportabile nelle vesti dell’artista introversa dalla vocina flebile e sofferente che alla fine si emancipa. E Adam Levine è perfetto nella sua prima performance da attore (e molti subodorano che il motivo sia l’aderenza col personaggio dietro la maschera pubblica).

Il fatto che il trio faccia venire l’orticaria è l’inequivocabile segnale che la commedia tocchi le corde giuste dello spettatore. Anche la musica orecchiabile e gentile, infonde speranza e, dulcis in fundo, man mano che il finale si avvicina la realtà irrompe sulla scena, conferendo ancora più magia alla storia (e questo è davvero ironico) con il suo bagaglio di solitudine, tristezza, pene d’amore e un mare di poesia.

Photo: courtesy of Lucky Red

“Begin Again” è ciò che in molti vogliono in un periodo in cui è difficile fantasticare ed è una rarità poter realizzare i desideri di una vita: due ore di sogno lucido in cui sperare prima di svegliarsi e tornare coi piedi per terra.

Non passerà agli annali come pellicola dirompente, ma le note sono quelle giuste per conquistare il pubblico, soprattutto tra qualche mese quando sarà disponibile in home video. È il classico film che tutti vedranno, ma negheranno di averlo fatto ;)

Vissia Menza

 

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