IN TV: Redemption con Jason Statham

Joey Jones (Jason Statham) è un soldato che ha visto gli orrori della guerra in Afganistan e oggi si ritrova a vivere in una scatola di cartone con una giovane e bella ragazza. Una sera uno scontro lo porta alla fuga e a cascare in braccio alla fortuna. Quel che serviva all’uomo per rimettersi in carreggiata. Joey è buon d’animo, ma la cosa che sa fare meglio è stendere l’avversario e risolvere i “problemi” che nessuno riesce ad archiviare per sempre. E’ gioco forza che presto divenga il braccio violento di chi controlla una fetta di città.

Dalla redenzione passiamo quindi  alla vendetta con, però, una vena romantica in sottofondo.

Questa la trama di un film che sfrutta la fisicità del protagonista affidandogli una parte che prevedere lo sfoggio di muscoli allenati, ma che non vuole innalzare il testosterone in sala. “Redemption” è un thriller, ben confezionato, che gioca sul sicuro, prima di raggiungere un epilogo che è forse la parte più realistica della storia. La pellicola segna l’esordio nel lungometraggio di Steve Knight, il regista che quest’anno ci ha stupiti con l’incredibile “Locke”, opera girata in presa diretta dentro l’abitacolo di una macchina.

Jason Statham in una scena del film

In pochi giorni, “Redemption” è  divenuta una delle pellicole più viste su SKY Cinema e in rete si sprecano gli elogi degli utenti. Molta quindi la curiosità. E ora, mi trovo difronte ad un dilemma: lo promuovo (senza entusiasmo) oppure propendo per la demolizione?

Vediamo….

Il film è davvero ben fatto e sfrutta egregiamente tutto ciò che aveva a disposizione, dal fascino che emana la City, a quello di Statham. Pochi i volti noti, molta quindi la responsabilità dell’attore, con tutta l’opera sulle sue spalle.

In generale, il nostro eroe triste e arrabbiato (anche se non furente) segue il copione alla lettera e ci regala una performance superiore ai precedenti tentativi di emancipazione dal ruolo stereotipato di macho-man tutto muscoli e… poca sceneggiatura. Ma, nell’insieme, il film risulta ottimo per una serata casalinga di intrattenimento a basso livello di concentrazione. L’intreccio è prevedibile, tranne – forse – alcuni dettagli di un epilogo meno happy di quanto abituati a vedere nelle opere di evasione di marchio anglosassone.

Jason Statham in una scena del film

“Redemption” soffre di lentezza ed è carente di suspense, dopo un inizio che faceva ben sperare, s’affievolisce a causa dei molti risvolti drammatici che vengono messi nel piatto. Un vero mix di melodrammi che mi ha fatto calare l’entusiasmo. Intuiti i passaggi fondamentali (peccato non fare spoiler, ma non voglio rovinarvi la sorpresa), purtroppo, la lista della spesa ha preso il sopravvento.

Riassumendo: Statham ci lascia intravedere una volontà (e possibilità) di evoluzione dai ruoli che l’hanno reso celebre; e il thriller si confà ai palinsesti televisivi, ha molto meno sangue e violenza esplicita di quanto si potrebbe supporre, quindi è adatto ad un vasto pubblico. “Redemption – Identità Nascoste” è una favola triste dal titolo abusato.

Vissia Menza

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