Se vi state preparando ad una vacanza ad Istanbul, ed essendooci stato ve lo auguro potentemente, dovreste prendere in considerazione l’ipotesi di fare una visita al Pera Palas Hotel. Nella stanza 411, scoprirete un piccolo museo creato in onore di Agatha Christie, che proprio in quei metri quadri produsse uno dei gialli più celebri di tutti i tempi, il famosissismo “Assassinio sull’Orient Express”, oggi in edicola con il Corriere della Sera a 6,90 euro più il costo del quotidiano.
Che la Chriestie sia stata una giallista di primissimo piano lo abbiamo già raccontato, e non siamo certo stati i primi a sostenerlo; questo romanzo in particolare mostra tutte le caratteristiche del genere al suo meglio, tracciando una vera e propria strada di riferimento per quanto seguirà.
La prima caratteristica che lo trasforma in un capolavoro è certamente il protagonista: Hercule Poirot è una figura ormai leggendaria, entrata nell’immaginario comune non soltanto per la notevole arguzia ma anche – forse soprattutto – per il suo disegno umano. Implacabile eppure conscio delle debolezze umane, ironico eppure serissimo nella conduzione delle indagini, Poirot è – in tutto e per tutto – il personaggio di riferimento nella letteratura di genere, una di quelle figure con chi chiunque abbia intenzione di scrivere un giallo è giocoforza costretto a confrontarsi.
Il ritmo narrativo, incalzante e rilassato con una perfetta calibrazione dei tempi, racconta di una autrice in grado di scrivere un romanzo come una ottima partitura musicale. Le ultime quaranta pagine sono un vero crescendo rossiniano, culminate in uno dei finali più sorprendenti e memorabili che si possano ricordare. Starò lontano anche solo dall’accennarlo, ma sappiate – o voi fortunati che lo leggete per la prima volta! – che salterete sulla sdraio battendovi la mano sulla fronte esclamando “Ma certo! Dovevo arrivarci!”.
Anche nel vastissimo repertorio della letteratura del mistero, evolutasi in mille differenti rivoli durante gli anni, “Assassinio sull’Oriente Express” rimane un unicum, una di quelle prove narrative che resisteranno nei secoli, impossibili da dimenticare ed ispiratrici di molte atre espressioni artistiche, dal cinema alla moderna fabbrica dei videogame.
Alfonso d’Agostino
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.