E’ il 6 settembre 1990 e Gianfranco Sardeo si trova a Rivolto del Friuli, sede del 313^ Gruppo “Frecce Tricolori” per assistere ad alcune prove di volo in occasione del 6° Raduno Piloti Pattuglie Acrobatiche. Il suo interesse è risvegliato dal sordo rumore di due velivoli in avvicinamento: si tratta di un MB 339 della PAN che scorta un velivolo che non riesce immediatamente a identificare. Si tratta di un “Vampiro”, il famoso DH 100 della DeHavilland.
Terminate la prove, Sardeo – appassionato di aviazione – è curioso di sapere come mai un velivolo del genere sia giunto a Rivolto, e raggiunge quindi la linea di volo per scoprire che la livrea è quella della 3^ Aerobrigata “Cavallino Rampante”. Gli viene spiegato che si tratta di un dono dell’Aeronautica militare svizzera per commemorare la prima pattuglia acrobatica del dopoguerra, costituita nell’ambito di questo Reparto di Volo che lo avrà in dotazione dal 1950 al 1952.
Il velivolo viene parcheggiato all’aperto della Base, e qualche tempo dopo lo stesso Sardeo riceverà dal gen. Massimo Montanari l’incarico di costruire qualche riparo per le prese d’aria del reattore e le altre aperture di minori dimensioni per evitare che vi possano penetrare insetti o piccoli animali. Con passare degli anni, Sardeo vedrà che lentamente non solo la colorazione ma anche la struttura del “Vampiro” ospitato a Rivolto stanno subendo un deterioramento: per un appassionato di aviazione vedere un aereo “storico” che pare destinato alla demolizione è uno spettacolo desolante.
Ma nel maggio 2010 arriva la buona notizia: il Capo di Stato Maggiore Gen. S.A. Giuseppe Bernardis richiede nuovamente la collaborazione di Sardeo e l’operazione inizia anche grazie alla collaborazione degli uomini del 313° Gruppo, che mancano di esperienza su una struttura in vari tipi di legno ricoperti da un sottile tessuto di cotone indiano ma non certo di buonissima volontà.
Prima operazione quindi lo smontaggio totale del velivolo in tutti i suoi diversi componenti: ala, fusoliera, piani di coda, carrello e così via, oltre ai vari comandi a cavo, cruscotto, leve varie: un lavoro da amici tecnici specializzati che Si costituisce così un gruppo di lavoro di altissimo livello, intento prima nello smontaggio completo del velivolo e poi nella sua ricostruzione storica: a titolo di esempio, il “musetto” di fusoliera viene rifatto, in quanto gli svizzeri lo avevano allungato per l’inserimento di un apparato radar non previsto dal progettista.
“QUELLI DEL VAMPIRO – Storia di una rinascita”, bel volume scritto da Gianfranco Sardeo ed edito da Campanotto Editore, racconta questa operazione di restauro e di conservazione della memoria della nostra aviazione: le fasi di smontaggio e riparazione sono molto bene illustrate con una serie di immagini che ci fanno ancor più apprezzare il lavoro certamente duro e particolare che hanno dovuto svolgere i componenti del “Gruppo”, i cui nomi è giusto ricordare anche qui: oltre all’autore del libro hanno partecipato Enrico Sardeo, Daniele Bruno, Alberto Piras, Daniele Sclip, Fabio Franz ed Emanuele Buda.
E’ una storia a lieto fine: dopo 96.400 minuti di lavoro, il DH “Vampire” J-1170 MM 6882 è divenuto una realtà.
Carlo d’Agostino
Giornalista aeronautico, Carlo d’Agostino ha all’attivo diverse pubblicazioni di carattere aeromodellistico e storico-aviatorio fra le quali ricordiamo “SM-79. Il gobbo maledetto”, “SISA. La prima compagnia aerea commerciale italiana” e “C’era una volta un campo di volo. Storia dell’aeroporto di Gorizia”
Titolo: QUELLI DEL VAMPIRO – Storia di una rinascita
Autore: Gianfranco Sardeo
Editore: Campanotto
Collana: ZETA RIFILI
Codice ISBN: 8845614170
Pagine: 208
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