Per qualche strano motivo, talvolta arrivano in sala film adatti al piccolo schermo, che vanno letteralmente al massacro, mentre altre pellicole, in grado di stregare una gran fetta della popolazione, lottano per trovare un distributore, finiscono direct-to-video e, con la chiusura di molte catene di videonoleggio (in cui, come una benedizione, capitava di inciampare sulle custodie di sconosciute chicche) potrebbero facilmente scivolare nell’oblio. Questo speriamo non sia il caso del dolce, triste, sorprendente “Byzantium”, che nei nostri cinema non arriverà mai.
“Byzantium” forse è stato ritenuto troppo poetico, poco roboante e senza sufficienti fiumi di sangue per poter tenere testa alla concorrenza durante la sfida del weekend al botteghino, fatto sta che da qualche giorno potete noleggiarlo e dal 3 luglio prossimo detenere la vostra copia in Blu Ray, ma scordatevi di vederlo su grande schermo a meno che ne abbiate uno in salotto o qualcuno nel vicinato, amante del dramma e dei vampiri, condivida il proprio.
Il regista di “Intervista col Vampiro”, dopo più di vent’anni torna, infatti, alle prese con gli immortali, per narrarci una favola d’amore, di dolore, di solitudine, di eternità. Non un classico film sui vampiri, non un’avventura splatter, non un thriller da cardiopalma, questa è una storia malinconica, delicata e drammatica. È la vita di Ella (Saoirse Ronan), una ragazza destinata ad avere 16 anni per sempre, che si sposta come un fantasma da una cittadina all’altra insieme all’esuberante Claire (Jemma Arterton) che, senza sentire regioni, si vuole prendere cura di entrambe.
Povere, sole, disperate, le due donne sono inseguite da strane figure che hanno intenzione di agguantarle e porre fine alla loro esistenza. Il motivo lo scopriremo fotogramma dopo fotogramma, quando i ricordi di Ella riaffioreranno, quando la sua voglia di compagnia, di gioia e – in un certo senso – di vita, esploderanno. Perché Ella è triste e naïve, perché Ella è stufa, perché Ella è alla ricerca di un cambiamento. Routine, bugie e nessun progetto la stanno soffocando. Esigenze che la accomunano a molti di noi.
In effetti, in “Byzantium”, se non fosse per quell’unghia che ogni tanto si allunga e fa danni (qui i vampiri sono diversi da come normalmente rappresentati, nessun canino in evidenza, nessun problema ad affrontare la luce del giorno), il lato horror si dimentica subito a favore del dramma della solitudine che s’impossessa di noi e ci trascina, con una quieta suspense, alla scoperta delle vite dei diafani protagonisti. Eleanor Webb cerca di crescere nonostante il corpo da eterna fanciulla, vuole emanciparsi da Claire, ed usa la scrittura, il racconto, come mezzo per trovare la coscienza e la forza per effettuare il distacco e lasciar trionfare la sua identità, le sue esigenze.
Basandosi sulla pièce teatrale “A vampire story” di Moira Buffini (qui co-sceneggiatrice), attingendo al miglior melodramma del secolo scorso e a figure malaticce che hanno popolato la letteratura ottocentesca, Neil Jordan non ci offre vampiri sensuali come quelli del collega Jarmush, né una versione splatter/ grottesca cara al duo Tarantino-Rodriguez di “Dal tramonto all’alba”. Qui le figure paiono uscire da un tempo andato ed essere dotate di una forza molto moderna. Sono tristi per la vita che scorre loro intorno, si agrappano a essa pur non avendola in sé, e non hanno alcuna intenzione di lasciare la dimensione terrena.
E noi, che ci sentiamo simili a loro nella sofferenza, forse, dovremmo prendere in prestito un po’ di quella forza e determinazione per affrontare le avversità e vivere infine a pieno. Il film del regista britannico non è dirompente, ma porta con sé una dolcezza che ci piace molto.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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