I precedenti confronti calcistici della nostra nazionale con il Costa Rica si riducono ad un tristissimo 1-0 del 1994 quando, in preparazione ai mondiali USA in cui giungemmo secondi, gli azzurri si imposero solo grazie ad un gol di Signori su assist di Baggio.
In mancanza di aneddoti sportivi, quindi, è scattata la “caccia alla curiosità”, e l’attenzione è stata immediatamente catturata da una struttura alberghiera che farebbe la felicità del mio babbo e di tutti gli appassionati di aviazione del globo. E’ questo qui:
Già, quella a cui vi troverete di fronte all’interno del Parco Nazionale Manuel Antonio, dalle parti di Quepos, non è la scena di un incidente aereo e neppure un set cinematografico montato per una serie emula di “Lost”. Si tratta di un albergo, ricavato da un Boeing 727, un modello che negli anni Sessanta aveva avuto una tale diffusione da meritarsi l’appellativo di “DC-3 dell’era del getto”.
Nello specifico, l’esemplare posizionato a quasi 50 metri di altezza ha dignitosamente servito diverse compagnie aeree, inclusa la colombiana Avianca, prima di essere poco dignitosamente abbandonato all’aeroporto di San Jose.
Può sembrare una fine ingloriosa per un gigante abituato a solcare ben altre altitudini, ma non ne sarei così sicuro: ciò che colpisce positivamente in una operazione che è naturalmente commerciale è il tentativo di armonizzare le lamiere e la natura, in un continuo rimando fra la terra e il cielo che ha previsto l’utilizzo di pietra e legno teak, nell’infrastruttura così come negli arredi.
Una notte in questa piccola meraviglia, dotata di una fusoliera leggermente più confortevole dei sedili spaccagambe dell’economica attuale, non va via a buon prezzo: escludendo la difficoltà di prenotazione, dovrete essere pronti a sborsare più o meno 400 dollarozzi fumanti. Ma la spiaggia è vicina ed il mare cristallino farà sentire il suo richiamo fin dal primo mattino, quando affacciandovi dalla carlinga vi apparirà un panorama davvero mozzafiato.
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
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