Amore, matrimonio, coppie eterne. Cambia il secolo, la gente, e le abitudini, ma l’amore mai. Sono le dinamiche di coppia a doversi adattare ai (dis)equilibri nuovi, spesso inaspettati, difficili, tipici dell’era che stiamo vivendo. Siamo longevi, inclini a relegare i sentimenti in un angolo e a chiudere le storie prima ancora che siano vissute. Ma cosa accadrebbe se decidessimo di rimanere ancorati ad un rapporto?
Il regista Roger Michell e lo scrittore Hanif Kureishi si sono posti queste domande e molte altre. L’amore, la felicità, come mantenerli sempre vivi, accesi e interessanti? Vale la pena lottare per far durare una storia? E quegli sforzi, alla fine, saranno ripagati con un meritato “e vivranno felici e contenti”?
Nick e Meg sono due insegnati, lui un docente universitario, lei una professoressa di liceo. Menti brillanti, persone ironiche, che hanno creato una famiglia e sembrano candidate alla felicità eterna. Ma il giorno in cui si ritrovano a Parigi, scopriamo non sia cosi: anche loro sono due di noi. Nella città in cui trascorsero la luna di miele trent’anni prima, i due cercano un po’ di leggerezza. Inizialmente rigidi, pian piano si lasciano andare e accettano di godersi la vacanza e l’altro, quella persona trascurata da molto, troppo (!), tempo.
Quando per anni una coppia entra nella routine e lascia che il dovere annienti il lato intimo e il gioco, presto o tardi, sopraggiungono la frustrazione, il risentimento e l’insofferenza. I protagonisti del film dovranno fare i conti con questo paniere di emozioni durante un fine settimana che regalerà loro vedute mozzafiato, cene luculliane, sorprese e molti momenti esilaranti.
Ed è proprio passeggiando per i romantici vicoli della capitale francese che Nick incontra un ex-compagno di università, Morgan, un americano, energico, eclettico, di successo, trapiantato in città, che lo trascina a una cena dove – come immaginabile – i nodi verranno al pettine e molto cambierà. L’uomo, infatti, farà da involontario specchio, sarà il detonatore, darà la spinta a Nick e Meg i quali, infine, realizzeranno cosa vogliano per se stessi e quanto amino il/ la compagno/a.
Il film di Michell ė un bonbon, un piccolo lavoro di novanta minuti, con budget ristretto, che si aggira per la Ville Lumiere con disinvoltura e molta speranza. Avvalendosi di tre grandi attori, Jim Broadbent, Lindsay Duncan e Jeff Goldblum (tutti con solida esperienza di teatro alle spalle), riesce a portare l’intimità del piccolo palco in esterni o, se preferite, la adatta al grande schermo con l’auspicio, non celato, di intrigare un vasto pubblico.
Il tema attuale, la sottile ironia, il dramma accennato e mai strappalacrime, sono elementi che potrebbero, in effetti, coinvolgere molte più persone di quante (forse) accorreranno al cinema. Perché il problema di questo film (se di problema si tratta) non ė l’essere un’equilibrata commedia dolce e amara sulla mezza età e sui (ri)sentimenti, ma è l’assenza di quella spettacolarità oggi divenuta requisito fondamentale per fare il tutto esaurito in sala e evitare l’etichetta di opera d’essai.
“Le week-end” tocca tutti i punti cruciali degli equilibri di coppia, alcuni dei quali comuni anche a coloro che non sono nel mezzo del cammin di nostra vita. Il film si presta quindi a essere apprezzato dalle persone che cercano sullo schermo un po’ di sé stesse e la conferma che i dubbi, i dolori e le gioie provate ogni giorno siano normali. È meno adatto invece a coloro a caccia di rumore e fragore.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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