Questa mattina ci siamo alzati presto, abbiamo aperto le finestre per far entrare aria fresca e ci siamo dedicati alle grandi pulizie: oggi infatti ospitiamo una scrittrice – una giallista, oltretutto – e l’ambiente doveva essere il più possibile accogliente. Ecco a voi Chiara del Vaglio, autrice di “Inter-Napoli. Delitto a Milano”, romanzo edito da goWare, realtà editoriale sempre più interessante.
Buongiorno Chiara, e grazie, grazie davvero di aver accettato di rispondere a qualche nostra domanda. Ti risparmio le questioni biografiche ma – coltivando una passione comune – sono quasi costretto a chiedertelo: perché un giallo?
Buongiorno e grazie a voi! Perché un giallo? Semplicemente perché come sai la mia professione è un’altra, come scrittrice sono un’esordiente, e poiché ho sempre coltivato la passione per il giallo, non potevo che esordire così!
Alessandra Martini, il commissario che indaga sulla morte della manager occorsa in contemporanea con il match che regala il titolo al romanzo, è un personaggio davvero riuscito, che mi ha convinto molto. Vuoi presentarlo ai nostri lettori?
Il commissario Martini è una donna divorziata di 46 anni, giovanile e sportiva, diciamo, per intenderci, un’ex ragazzina della generazione del “Tempo delle mele”. Acuta e riflessiva, cerca sempre di chiedersi il “perché” delle cose; ha un carattere schivo e diffidente, è testarda e determinata, e non ha paura di affrontare di petto l’arroganza di quei personaggi “intoccabili” che incontra nel corso delle sue indagini. Alessandra detesta quel velo di ipocrisia che circonda il mondo in cui si muove, infischiandosene di chi le consiglia prudenza per quieto vivere. Detesta regolamenti e prassi, quando costituiscono un intralcio e rischiano di rallentare le indagini, perché l’unica regola per lei valida è quella del buon senso, e tutto ciò che le interessa è arrivare alla verità. Non riesce a concepire il fatto che un evento drammatico come un omicidio si trasformi in uno show, dove gente comune si accalca per catturare una foto o un video, come se fosse ad un concerto rock; dietro il suo carattere di ferro c’è, però, una grande sensibilità, che la porta ad immedesimarsi nelle storie di persone più deboli e sfortunate che incontra durante l’inchiesta, soprattutto prendendo le difese di quelle donne spesso vittime di una cultura ancora troppo maschilista.
La letteratura gialla si divide spesso fra romanzi con investigatori “lupi solitari” ed altri che lavorano meglio in squadra. Nel tuo romanzo, ad aiutare il commissario Martini è una equipe un po’ particolare, composta da tre vicini di casa. Come è nata questa scelta?
Diciamo che più che una scelta ragionata è stata un’intuizione: come sai il mio romanzo è ambientato in tempo reale, e quindi ho cercato di mostrare uno scenario attuale di una città come Milano, dove ormai vivono più emigranti che milanesi, e dove vediamo sempre meno famiglie e sempre più single che dividono un appartamento perché non possono permettersi una casa da soli; in questo contesto, quando le famiglie d’origine sono lontane, accade sempre più spesso che si creino dei “nuclei familiari” all’interno dei condomini, con coinquilini e vicini di casa che diventano la famiglia d’adozione; avrai notato, infatti, che nessuno dei quattro personaggi è milanese: le 2 coinquiline del piano di sotto sono una toscana e l’altra brianzola, il loro vicino di casa è napoletano, mentre il commissario è torinese, e tutti e quattro sono come una famiglia.
Calcio e musica sono due mondi che hanno la loro rilevanza nell’economia complessiva del tuo giallo. Tralascio il mondo del pallone per motivi di campanile e ti domando: quali libertà e quali restrizioni hai vissuto nella tua esperienza di autrice di canzoni ed in quella, recente ma promettente, di giallista?
Beh, quando devi portare a casa la pagnotta le libertà sono sempre di meno, mentre le restrizioni e i compromessi aumentano sempre di più… diciamo che uno dei compromessi più diffusi nel mondo della musica, è quello di dover accettare di far firmare una propria creazione ad altri co-autori, che magari hanno scritto in totale tre parole o due note… quando invece si fanno le cose per puro piacere creativo, senza l’ansia di un rientro economico, ecco che si gode di totale libertà, ed è proprio con questo spirito che è stato scritto questo romanzo.
Approfittiamo del tuo background: chiuderei chiedendoti di consigliarci un album ed un giallo a cui sei particolarmente affezionata.
Vado sui classici: se vuoi staccarti dalla realtà e immergerti in un’atmosfera sognante, chiudi gli occhi e ascolta “A trick of the tail” dei Genesis… poi riaprili e tuffati in una delle più appassionanti avventure di Sherlock Holmes, cioè “Il segno dei quattro”.
Ancora un ringraziamento a Chiara per la cortesia e la disponibilità: “Inter-Napoli. Delitto a Milano” è un giallo solido, una di quelle esperienze da lettore che consiglio a chiunque voglia restare appiccicato alle pagine come un geco sul muro, completamente dimentico del trascorrere delle ore.
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.