Cannes Classics – Frank Capra torna su mega schermo con Lost Horizon (Orizzonte Perduto)

Ogni festival internazionale dalla lunga tradizione cinematografica ha una sezione che è motivo di vanto, quella dei Grandi Classici. Occasione per rendere al pubblico opere che hanno contribuito a costruire la storia del cinema, talvolta colossali che tutti conosciamo, oramai consunte dal tempo. Altre volte invece storie famose all’epoca e presto cadute nell’oblio a causa delle Grandi Guerre, le cui bombe non facevano distinzione tra musei, teatri o abitazioni.

Il regista Frank Capra
Photo: courtesy of FDC 2014

Frank Capra ha raggiunto la notorietà planetaria come padre della commedia c.d. all’americana, come incarnazione del sogno dell’uomo che si è fatto da solo e della gioia di vivere. Le sue erano spesso storie spassose, mai banali, con attori tanto belli quanto bravi, del calibro di James Stewart, Clarke Gable, Gary Cooper, solo per citarne alcuni. Filmografia ancora oggi difficile da eguagliare che ha contribuito alla crescita di tutti noi – complice anche un canale della TV in chiaro che per mezzo secolo ha riempito i palinsesti pomeridiani di tali perle del cinema e, durante i nostri giorni di febbre, volenti o nolenti, ha arricchito la nostra cine-formazione trasmettendoci una dipendenza da film c.d. vecchi.

Ma torniamo alla prolifica produzione del regista nato in Italia, vicino a Palermo, naturalizzato americano, padre di capolavori come “La vita è una cosa meravigliosa”, “Mr. Smith va a Washington” e “Accadde una notte”, che, oltre a tanta commedie ha girato anche opere ricche di suspense e charme come “Lost Horizon” (“Orizzonte Perduto”). Storia datata 1937, tratta dall’omonimo romanzo di James Hilton, vincitrice di ben due premi Oscar® che ci catapulta nella Cina degli anni ’30 al seguito di un gruppo di stranieri che, intenti a tornare in patria per sfuggire alle agitazioni interne, si ritrova su un precario velivolo che a metà tragitto compie un fortunoso atterraggio su l’Himalaya, dove viene soccorso da una comunità che vive in una valle poco distante, isolata dal mondo, una sorta di isola felice, un’utopia, chiamata Shangri-La.

Una immagine dello Shangri-La di “Orizzonte Perduto” – Photo: courtesy of FDC 2014

In questo paradiso terrestre, i superstiti del volo si divideranno in due gruppi: quelli che verranno rapiti dal luogo, inizieranno ad adattarsi e a non voler più tornare alla civiltà; e coloro che vivranno quella parentesi fatata come una forzatura, una situazione sospetta, una sorta di coercizione. Così è si vi pare…

In effetti, di situazioni ambigue, di favole, e di confronti tra persone, esigenze, e titubanze, ve ne sono molti. Alla fine la storia è al contempo tragica, fantastica, avventurosa, un po’ romantica, e non perde mai quell’aura magica, di speranza, tipica del regista che fabbricava sogni perfetti per le masse che accorrevano numerose al cinema.

I protagonisti di “Orizzonte Perduto” – Photo: courtesy of FDC 2014

La pellicola è ricca di accadimenti, di dialoghi, di situazioni che hanno imposto una certa lunghezza. Poi, con lo scorrere degli anni, diversi minuti sono stati danneggiati irrimediabilmente. Non ci dobbiamo quindi stupire se in circolazione vi siano versioni oggettivamente con un bella manciata di minuti di differenza. Dopo anni di fatica, la Sony Pictures è riuscita a ricomporre l’opera e ce la regala oggi nella sua interezza, anche se alcuni fotogrammi hanno un audio perfetto, ma ai nostri occhi risultano statici, anzi proprio mancanti. La bellezza però di riavere l’opera completa e di aver visto, su un mega-schermo moderno, un film che di anni ne ha ben 80, non ha davvero avuto prezzo!

L’incursione nella sala dei “Classici” è divenuta oramai una tradizione imprescindibile e anche a Cannes 2014 si è rivelata un quantomai sorprendente e appagante interludio.

Vissia Menza

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