La Principessa Mononoke torna al cinema!

Correva il cambio di millennio quando, per la prima volta, approdò sulle sponde del Mare Nostrum il film giapponese “Mononoke”, animazione dagli incassi strabilianti, puri-premiata, esportata e apprezzata nei vari continenti, che ha reso ancora più celebre e irraggiungibile il suo creatore Hayao Miyazaki.

Con l’inconfondibile tratto, quel coloratissimo disegno fatto ad acquarello in cui la natura è primadonna assoluta, “Mononoke” è una favola che sin dai primi istanti si presenta in tutta la sua dirompente unicità. Vera e propria evoluzione rispetto al passato e nuovo inizio di un percorso che oggi sappiamo sia stato costellato di grandi successi.

Il giovane Ashitaka – Photo: courtesy of Lucky Red

L’eroe di questa storia è l’impavido e sincero Ashitaka, che per difendere il suo villaggio rischia tutto e viene ferito da un demone che gli trasmette una maledizione mortale. Il ragazzo da erede al trono si ritrova ad attraversare il Paese in solitudine alla ricerca dell’unico essere in grado di salvarlo, il Dio-Bestia. Una creatura multiforme e benevola ma, volendo, in grado di assorbire la vita altrui, che regna in quei boschi del Nord dove è in atto una guerra tra gli animali-protettori della foresta e gli uomini. In quei luoghi Ashitaka incontrerà nuovi compagni di avventura e chi segnerà il suo futuro: la Principessa degli Spettri, Mononoke.

Il film si svolge in un passato privo di tecnologia in cui si parla di progresso, di lotta, di scelte difficili in nome della sopravvivenza. Un mondo spontaneo, duro, rappresentato senza troppi fronzoli, in cui il lato peggiore dell’essere umano è mostrato assieme agli aspetti più orribili delle battaglie, del rancore, della morte. La malignità e la crudeltà sono spesso in scena, rendendo quest’opera adatta a un pubblico prossimo all’età adulta.

La Principessa Mononoke e Madame Eboshi – Photo: courtesy of Lucky Red

L’autore non viene meno ai temi a lui cari. Non manca l’annoso problema dell’ambiente distrutto in nome del progresso: qui, il dominino della natura (e del regno animale) tocca uno dei suoi picchi, e la stoltezza umana viene mostrata così bene da essere veramente senza epoca. I toni son schietti, cupi e ripongono minor speranza del solito nel cambiamento dell’essere umano. L’ossessione per la convivenza pacifica di tutte le creature che ha Ashitaka, va oltre quanto ci ha abituato in passato il regista.

“Principessa Mononoke” è un film che alterna molta poesia all’azione, con un pizzico di suspense che ci porta a tifare per un lieto fine, che ci fa riflettere sul fatto che non esistano buoni integerrimi o cattivi irrecuperabili. Talvolta sono solo gli eventi ad essere determinanti e le due caratteristiche possono convivere nella stessa persona. Va da sé che i personaggi siano per lo più forti e che, per esempio, le donne da emarginate riescano a creare un solido matriarcato, Mononoke rifugga la sua umanità per il bene della Foresta o che Madame Eboshi sia una dittatrice amata e -a suo modo- democratica. Tanta la durezza che viene però temperata da altrettanta bellezza, sia dei luoghi circostanti sia dalle creature che li popolano in grado di infondere speranza con grazia, linguaggio dotto e saggezza.

La Principessa Mononoke – Photo: courtesy of Lucky Red

Hayao Miyazaki apre nuove porte mantenendo i vecchi cardini. Molti gli eroi e numerose le critiche in un’opera matura, forte, il cui messaggio supera le barrire culturali e del tempo. Mai un film fu più attuale, il fatto che sia animazione lo rende un magico capolavoro. Provare per credere e… dall’8 al 15 maggio 2014 sarà su grande schermo.

Vissia Menza

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