Se dico Dachau, Auschwitz e Buchenwald risveglio immagini e ricordi tragici profondamente presenti in ognuno di voi.
Ma se vi dicessi Grafeneck, Sonnenstein, Hadamar o Bernburg? Forse qualche punto interrogativo potrebbe spuntare sui vostri visi.
Ad eliminare i punti di domanda e a sostituirli con orribili punti esclamativi di conoscenza e di recupero della memoria storica è Marco Paolini con uno spettacolo teatrale ed un libro dallo stesso titolo (“Ausmerzen”) che raccontano i tragici influssi sulla ideologia nazista di idee eugenetiche in realtà anche precedenti, e che con i folli piani di un gruppo di medici, psichiatri e gerarchi portò allo sterminio di quasi 300.000 malati mentali in Germania e nelle terre via via occupate dalle truppe tedesche.
“Ausmerzen” è, come tutta la narrativa teatrale di denuncia di Paolini, un libro intenso e bellissimo. Naturalmente agghiacciante nei contenuti, ma in grado di rispondere ad un fondamentale requisito che trasforma le pagine scritte in esperienza ed emozione: l’autore riesce a costringere il lettore ad una picchiata aviatoria, che lo conduce dai cieli delle cifre astratte al riconoscimento del singolo dramma, della singola persona. La mole di dati presentati è senza alcun dubbio enorme, come enorme è lo sdegno del lettore fin dalle prime battute; ma è quando ti rendi conto che l’ideologia si è fatta storia, che l’attacco generico al diverso ed al più debole è divenuta fabbrica di morte che lo sdegno si trasforma in raccia cieca prima e in necessità di capire poi.
Perchè l’eugenetica – “lo studio dei metodi volti al perfezionamento della specie umana attraverso selezioni artificiali operate tramite la promozione dei caratteri fisici e mentali ritenuti positivi e la rimozione di quelli negativi”, citando Wikipedia – ha radici che si sviluppano ben prima della Germania hitleriana. Ha origini antiche ed estimatori insospettabili: da Alexander Graham Bell, a cui non bastava aver cercato di scippare a Meucci l’invenzione del telefono fino a Konrad Lorenz, di cui leggerete parole agghiaccianti. Si radica, direi generalizzando fortemente, in una certa scienza positivista.
Sia chiaro: l’orribile e disumana applicazione da parte del regime totalitario nazista di quelle idee già teorizzate restano il capitolo più orrendo della nostra storia di bipedi. Ma credo che il lavoro di Paolini possa essere utile non soltanto per riportare alla memoria pagine storiche meno raccontate ma anche a far riflettere su come alcune follie poggino su un substrato “culturale” a cui bisogna sempre (sempre!) fare particolare attenzione.
Le citazioni:
Il vescovo Van Galen, una delle poche voci che si alzò contro la politica del governo nazista di eutanasia, disse “Hai tu, ho io il diritto alla vita solo finché siamo produttivi, ritenuti produttivi da altri?”.
“Bisogna investire nell’educazione. Non è un vaccino, l’educazione.E’ come una profilassi contro certe infezioni”
Scheda libro
Titolo: Ausmerzen. Vite indegne di essere vissute
Autore: Marco Paolini
Editore: Einaudi
Collana: Stile Libero BIG
Pagine: 176
ISBN: 9788806210175
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Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
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