L’atteso film del regista Mike Flanagan è arrivato in sala e la curiosità era davvero molta. Il nostro uomo era riuscito in passato a girare un cortometraggio horror ad alta tensione con un unico personaggio, in una stanza, utilizzando un budget di soli 2.000 dollari e il risultato era stato da capogiri! Con un simile potenziale, era gioco forza che gli fornissero gli strumenti per sviluppare un lungometraggio. E così è nato “Oculus”. Storia claustrofobica, all’interno di una casa disabitata, ma non cadente, in cui i due protagonisti si trovano stritolati tra ricordi, visioni e allucinazioni.
La trama è semplice: due fratelli vedono il padre uccidere la madre dopo essere andato fuori di testa e il piccolo Tim fredda il papà nel tentativo di salvare la sorella e se stesso. Questo gesto gli costa, sino alla maggiore età, la libertà e gli impone una dose massiccia di psicoterapia. A 21 anni, Tim, infine, si ricongiunge con Kaylie, la quale invece è ancora ossessionata dagli eventi di quella fatidica notte di dieci anni prima ed è determinata a scoprire la verità. La giovane è, infatti, convinta che i genitori siano impazziti a causa dell’influenza maligna intrappolata nell’antico specchio appeso nello studio del padre. La ragazza lo recupera ad un’asta, riapre la casa di famiglia e coinvolge il fratello così da risolvere una volta per tutte il mistero.
Il gioco è bello quando dura poco, non è difficile immaginare che tutto sfuggirà di mano ai due giovani e ben presto si troveranno con un bel problema da risolvere, soprattutto perché l’energia sprigionata dal malefico specchio giocherà non poco con i loro sensi e le loro percezioni. Flanagan dimostra, infatti, di aver, oltre agli strumenti giusti, tutte le abilità necessarie per confezionare un film horror in grado di stupire e intrattenere il suo pubblico senza scadere nel banale, ridicolo o nella parodia.
Il regista dirige con sicurezza una pellicola dalla fotografia accurata, il cui soggetto ha numerosi punti di forza: unisce saggiamente le paure più comuni (la perdita di controllo, le allucinazioni, la tortura, la violenza domestica), alle esigenze più orrorifiche (la presenza di forze oscure e maligne, di fantasmi, di oggetti infestati, le possessioni demoniache e così via) condendole con una salsa thriller che rende la scoperta di cosa sia accaduto in quella casa un curioso crescendo ad altissima tensione.
Confondendo i piani temporali e ravvicinandoli sempre più, iniettando molta suspense, alzando l’aspettativa, mostrando solo quanto basta delle oscure presenze, il film riesce a inquietare la platea che allo scadere della prima ora inizia a mostrare tic nervosi inconsueti. Nonostante la prevedibilità di alcuni passaggi, in più di una occasione veniamo, infatti, presi tutti in contropiede al punto di apprezzare anche quel finale che tiene aperta la porta al proliferare del male.
“Oculus” è un frullatone di timori, fobie, paure che fa leva sul nostro lato più sensibile senza aggrapparsi ad immagini ad effetto. È uno di quei film dell’orrore che col suo lento scoprire le carte, può intrigare anche gli appassionati del giallo. Siamo difronte a uno dei migliori horror degli ultimi tempi che metterà davvero alla prova la vostra quiete interiore :)
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
mi stai spronando ad andarlo a vedere! bella recensione :)
MH Vai a vederlo! Era dall’epoca di SINISTER che non percepivo tanta inquietudine in sala :)
È bellissimo
ho visto proprio ieri il film e’ molto bello