Sempre avuto un debole per i titoli azzeccati, e “Bon Voyager” si iscrive a pieno diritto nella categoria: il gioco di parole si rende ancora più evidente se consideriamo che l’intenzione di Silvia Pedicelli è effettivamente quella di regalarci un vero viaggio interstellare, e la sonda spaziale Voyager I ha colpito l’immaginario di molti varcando lo scorso 25 agosto i limiti dell’Universo conosciuto.
Il tentativo di catturare l’attenzione del lettore e trascinarlo in una avventura all’insegna della scienza astronomica mi sembra perfettamente riuscito: “Bon Voyager” riesce ad accomunare divulgazione scientifica e semplicità di linguaggio, rendendosi testo adatto sia ad una platea di ragazzi desiderosi di sapere di più dell’Universo che ci circonda che un pubblico di adulti, magari leggermente più abituati a temi di questa portata ma ugualmente interessati a rinfrescare e dare solidità a contenuti persi in un lontano passato scolastico o in cronache giornalistiche certamente di impatto ma di minore rigore.
Dal ribaltamento del concetto di tempo e spazio al fascino infernale di Venere, dalla delusione (simulata) per il pianeta “rosso arrugginito” che non propone forme di vita marziane, e ancora dai ricordi della Terra che stimolano la nostalgia della protagonista e narratrice fino all’azzurro intenso ed evocativo di Urano, Silvia ci accompagna chilometro dopo chilometro (anno luce dopo anno luce) in un gigantesco planetario narrativo, arricchito da un supporto iconografico di grandissimo impatto e da una successione di link che consentono ulteriori approfondimenti. Ancora una volta goWare mi ha favorevolmente impressionato per la cura nella produzione dei suoi ebook, veri strumenti multimediali che dimostrano tutte le opportunità dello strumento.
Mi era sfuggito, nelle mie letture disordinate sull’argomento, che la sonda Phoenix avesse preso nome dal suo essere stata costruita con parti provenienti da altri missioni; allo stesso modo, ricordavo vagamente che Plutone fosse stato declassato da “pianeta del sistema solare” (e io che a scuola li avevo dovuti imparare in successione!) ma ignoravo del tutto il balletto cosmico che compie con il suo satellite Caronte.
Sono solo alcune delle chicche che mi aspettano in “Bon Voyager”, un ebook che vi farà guardare un notturno cielo stellato con la stessa poesia di sempre, e qualche cognizione in più.
Alfonso d’Agostino
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
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