[Recensione film] 300: L’alba di un Impero

Era dal 2007 che attendevamo di tornare in Grecia, non la meta delle nostre rigeneratrici vacanze estive bensì  quella leggendaria in cui Atene, Sparta e le altre città-stato dovevano difendere la loro civiltà dagli agguerritissimi persiani, capeggiati da un Re venerato quanto un Dio. Il suo nome era Serse e, fondamentalmente, era un pazzo sanguinario, ma con una tale armata da permettersi il lusso di espandersi nei territori vicino. Ad arginare questa follia, ci provò da un lato Sparta, con Leonida e i suoi impavidi 300, dall’altro Temistocle con le sue navi gremite di poeti, pensatori e agricoltori di Atene, pronti a morire per un ideale.

Il risultato fu un bagno di sangue: i persiani sterminarono i valorosi guerrieri spartani alle Termopili e avrebbero avuto la meglio anche per mare se non avessero sottovalutato il potere di 300 martiri agli occhi dei greci. A Salamina, dove Temistocle se la stava vedendo con la flotta dell’agguerrita Artemisia, infatti, sopraggiunsero nuovi insperati alleati, determinanti nel ritiro dell’invasore.

SULLIVAN STAPLETON è Temistocle in “300: L’Alba di un Impero” © 2014 WARNER BROS. ENTERTAINMENT INC. AND LEGENDARY PICTURES FUNDING, LLC.

Ah l’orgoglio di un tempo… e che profumo particolare emanano le vecchie storie, i miti e le leggende! Se poi la matita graffiante di Frank Miller ci mette mano, allora state certi che un fumetto avvincente e potente vi attenderà presto dietro l’angolo. E, si sa, il passo a quel punto sarà breve: infatti, come accadde anni fa, anche oggi siamo corsi al cinema a goderci il nuovo capitolo di “300” (non propriamente un sequel, dato che gli eventi sono per lo più contemporanei alla battaglia delle Termopili). Oggi si parla dell’alba di un Impero, o forse sarebbe meglio dire, dell’inizio di una nuova era in cui si combatte (e si muore) per difendere due concetti molto attuali: libertà e democrazia.

I nostri eroi hanno, infatti, solo una regola: proteggere le proprie famiglie e le città sino alla fine, perché meglio morire liberi che vivere in catene. Concetti alti, e che vale la pena ripetere in quest’epoca in cui non useremo più le spade e non ci affronteremo più a duello in un campo, ma le persone sono davvero alla deriva. A scanso di equivoci, però, non temete sia un drammone in costume, o uno di quei film epici che durano in eterno in cui pare di sfogliare un manuale di storia, siamo ben lontani da quell’atmosfera! Con la medesima cupa e surreale fotografia del primo episodio, che rende tutto patinatissimo e sospeso nel tempo, gli schieramenti si affrontano dandosele senza esclusione di colpi. E, dato che il trofeo sono le teste tagliate agli avversari, il sangue scorre copioso, ma è talmente scuro da non impressionare nessuno e/o imbrattare tutto lo schermo.

EVA GREEN è Artemisia in “300: L’Alba di un Impero” © 2014 WARNER BROS. ENTERTAINMENT INC. AND LEGENDARY PICTURES FUNDING, LLC.

“300: L’alba di un Impero” è esattamente come ve lo state immaginando, anzi, tutto sommato, le spiegazioni e le informazioni che ci vengono date sono anche troppe: a noi bastava che ci venisse mostrato il quadro della situazione, venissero introdotti i nuovi personaggi e che la guerra avesse inizio. Perché alla fine, questo film è onesto e vi regala quasi due ore di divertimento, con untissimi e palestratissimi maschi, immancabilmente a torso nudo, che si picchiano sino allo stremo. Fine. Potremmo definirlo un fumettone ricco di azione, oppure un racconto di guerra molto fantasioso. Rimane comunque promosso!

Vissia Menza

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