La domanda che ci siamo tutti sentiti porre almeno una volta nella nostra esistenza è sempre la medesima: può esistere l’amicizia tra un uomo e una donna? Probabilmente, avrete risposto più e più volte, in modo diverso a seconda del vostro cuore e della stagione della vita in cui eravate. Da giovanissimi tutto era possibile, fattibile, superabile, sperimentabile, quindi avrete replicato a gran voce un “si, certo, che domande!”. Col tempo, una volta cresciuti, probabilmente ci avete anche provato, perché lei/lui erano travolgenti, perfetti compagni di avventure, la donna/l’uomo che sognavate senza le complicazioni di coppia. Infine, arrivati ai giorni nostri quando, a seconda che vi siate o meno spaccati la testa – in senso metaforico, s’intende (!) – risponderete: “è la più grande menzogna che possiate dire a voi stessi” oppure “certo, lei/lui vive a 200.000 chilometri di distanza ma quando ho bisogno di una voce amica che mi conosca bene, lei/ lui sa come farmi sentire meglio”. Insomma, la risposta è affermativa se prendete a riferimento un periodo, ma per tutta la vita pare proprio non possa funzionare!
Il cinema si è tuffato a capofitto nell’argomento a cadenza regolare e ha sempre avuto un’alta propensione per il NO. Anche se potrebbe essere una tendenza legata alle esigenze di copione, sta di fatto che le commedie “Harry ti presento Sally”, “Il Matrimonio del mio migliore Amico” o il più recente e drammatico “One Day”, hanno costantemente dimostrato questo assunto ed hanno saputo comunque ricavarsi il loro angolino nei nostri cuori. Oggi ci prova “Una Donna per Amica”, film di Giovanni Veronesi, che ci porta in terre pugliesi per incontrare un avvocato goffo e gentile (Fabio De Luigi) alle prese con un’amica estrosa (Laetitia Casta) alla quale non sa dire di no.
L’idea è rodata, il regista ha molta dimestichezza con la macchina da presa e con le commedie brillanti, e il sole della Puglia di primo acchito sembrerebbe essere lo sfondo ideale per una storia romantica che cerchi una risposta tutta italiana all’annosa domanda. La pellicola però non si rivela all’altezza delle aspettative e non entusiasmare i presenti. La coppia De Luigi-Casta, infatti, non pare ingranare mai del tutto: i due attori sembrano viaggiare su binari paralleli e quell’assenza di alchimia arriva in sala.
Lui ancora una volta veste i panni del bonaccione sfortunato in amore. Lei è la versione spenta della ciclonica Lorena Forteza. Intorno a loro, si sussegue una miriade di soggetti i cui siparietti sottraggono tempo prezioso e molto spazio alla storia principale. Il risultato è un’eccessiva frammentazione della trama che quindi rimane esile e superficiale. Tutte quelle figure a latere probabilmente, infatti, hanno impedito l’evoluzione dei personaggi, divenendo controproducenti per l’opera nel suo insieme. Uniche note positive sono la colonna sonora con una canzone dei Phoenix quale main theme e la parentesi di Valeria Solarino.
La verità è, però, purtroppo, che la noia ha regnato sovrana per assenza di ritmo e di eventi, e per quel messaggio che pare porre l’accento sulla famiglia come unica fonte di “salvezza”, appagamento e realizzazione dell’essere umano. Concetto ancorato a un passato che sta divenendo ogni giorno più remoto, per non dire retrogrado, unica vera nota stonata in uno spartito la cui pecca era l’andamento lento. Non sentiamo battute, non avvertiamo emozioni, vediamo solo un bel paesaggio. È gioco forza, quindi, che la sufficienza sia all’orizzonte ma non raggiunta.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”