La recensione del film Saving Mr. Banks con Emma Thompson nei panni dell’autrice di Mary Poppins e Tom Hanks in quelli di Walt Disney.
Saving Mr. Banks è uno dei titoli tanto attesi di questo 2014, per il cast, per la storia (si tratta di un biopic molto particolare) e per le chiacchiere legate all’interpretazione di Emma Thompson, che avrebbe dovuto condurla a competere per l’Oscar® ma alla fine non è accaduto. Il film prende spunto dalle registrazioni custodite in casa Disney riguardanti la visita a Los Angeles della signora P.L. Travers, autrice della serie di libri su Mary Poppins. Forse, in pochi ricordano, infatti, che il film con Julie Andrews, nei panni della nanny più famosa del cinema, prende origine dalla protagonista di un libro.
Il testa-testa per i diritti cinematografici passò alla storia: pare che l’autrice fece attendere Walt Disney oltre vent’anni prima di cedere e, se non si fosse trovata in ristrettezze economiche, probabilmente non avremmo mai avuto questa pietra miliare del cinema. Ma, anche dopo la cessione dei diritti, la lavorazione della pellicola non fu semplice. La scrittrice supervisionò, infatti, la sceneggiatura, la scenografia, i personaggi, il cast, la musica, insomma tutto e riuscì a rimanere insoddisfatta di ogni proposta, scelta e decisione presa. Pareva uno scontro tra titani in cui nessuno riusciva a spuntarla…
Oggi sappiamo che alla fine vinse il colosso americano: il film vide la luce e gremì le sale nel 1964, era un musical, con pinguini animati (cosa che fece letteralmente infuriare la signora Travers) e Mr. Banks aveva i baffi (ah!).
Nella pellicola da poche ore in sala, i panni del grande Walt Disney sono indossati da un sorprendente Tom Hanks mentre P.L. Travers è interpretata da una impettita, scontrosa, decisamente fastidiosa (insomma, perfetta) Emma Thompson. I due battibeccano come solo una coppia di eccellenti professionisti riesce a fare, e ammetto che Hanks sia riuscito a stupirmi: per una volta non è l’ennesimo eroe inverosimilmente sfortunato bensì un uomo che ha fatto sognare milioni di persone, e riesce pure a somigliare molto al vero signor Disney!
Il racconto dei fatti, non si avvicina mai al documentario, anzi, la volontà di narrare una storia con un fondo di verità, una favola reale, è piuttosto evidente e funziona alla perfezione. Oltre al cast, anche i luoghi e la fotografia contribuiscono, con la loro aura quasi magica, a farci sognare riportandoci in un’altra epoca, e la narrazione riesce a mantenere sempre in equilibrio i lati avvincente e drammatico. Non mi aspettavo però di dover affrontare un secondo tempo tanto melò da rendere eterno ogni minuto dell’agonia di papà Travers.
Ora, non so se il fatto che il pover’uomo, che tanto influenzò l’infanzia e la scrittura dell’autrice, avesse la faccia di Colin Farrell abbia influito, ma si sente la mancanza di un epilogo frizzante, il che non significa dovesse essere per forza divertente. Cedimento sul finale a parte, la c.d. licenza poetica (che secondo i bene informati sarebbe molta) ha confezionato una godibile pellicola che appagherà gli amanti della buona recitazione e del genere “storie tristi per tutta la famiglia”, provare per credere.
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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