Il primo weekend in Berlinale sta procedendo con tutti i fasti del caso, la zona del Palast ė presa d’assalto a più riprese da fan adoranti. Ieri ė stato il giorno di gloria del bel George (Clooney) e di buona parte del cast del suo “Monuments Men”. L’allegra brigata ė giunta in città a presentare la nuova fatica prima di spostarsi più a sud, nella nostra Milano, dove lunedì sarà presente all’anteprima Italiana del film.
Ma cosa sono esattamente questi Monuments Men? Negli ultimi anni stiamo assistendo a una vera riemersione di vecchie storie, di romanzi e aneddoti legati a vari encomiabili gruppi di uomini che durante la Grande Guerra hanno reso un enorme servizio al prossimo, spesso operando nell’ombra. Tra loro vi era anche un manipolo di esperti di arte, un gruppo vario composto da architetti, scultori, restauratori, storici, curatori, tutti presi in prestito dai più prestigiosi atenei o musei per gettarli in una folle impresa para-militare, parallela alla liberazione in atto tra il 1943 e il 1945.
Una manciata di artisti e direttori di museo non più giovanissimi (altrimenti sarebbero stati in prima linea a rinfoltire le forze alleate di stanza in Nord Europa), viene catapultata dal Nuovo al Vecchio Mondo con il preciso compito di scovare i nascondigli in cui il Führer faceva confluire le opere trafugate da chiese, musei, palazzi e case private dei territori sotto il suo controllo.
Il Dittatore aveva, infatti, una vera e propria ossessione per l’arte e coltivava la folle idea di riunirla tutta entro le mura del più mastodontico museo d’Europa che – ovviamente – avrebbe dovuto portare il suo nome, ehm… una delle tante follie hitleriane che provocò danni incalcolabili al patrimonio artistico del continente (si parla di oltre cinque milioni di opere rubate!) e che questo sgangherato gruppo di arzilli uomini di mezza età ė riuscito a riportare al suo posto.
George Clooney torna dietro la macchina da presa, dopo il trionfo de “Le Idi di Marzo“, per dirigere un racconto esplosivo (una vera caccia al tesoro dal risultato quasi impossibile), ma convince poco. Il film è un eccessivo ibrido: siamo in guerra ma non troppo, il cinismo non è pungente, il dramma è talmente blando da strappare risate e scivolare verso un’avventurosa buddy comedy condita di suspense… davvero eccessivo!
La presenza di un cast stellare non impedisce quindi all’impavido Clooney di confezionare ciò che per molti è una “americanata”. Sempre in bilico tra il serio e il faceto, intrattiene ma non si fa amare. L’opera non ė abbastanza buddy da poter essere paragonata alla serie di film su Mr. Ocean; non ė sufficientemente esplosiva come richiesto da un campo di battaglia; e non strappa alcuna lacrima come (spesso) accade nei drammi di colossali dimensioni.
“Monuments Men” ė ritmato, simpatico, coerente, ma non comunica sufficiente passione. Il film non pare avere una direzione certa: i personaggi hanno, infatti, tutti il medesimo peso (che spesso non supera quello di una piuma), segnale inequivocabile che percepiamo troppa distanza tra noi e lo schermo.
Voto: appena sufficiente. Clooney sa fare di meglio!
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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