Smetto quando voglio… di fare il precario, di avere uno stipendio da sussidi statali, di fare il morto di fame, di non avere un futuro. Smetto quando voglio, ma… non me ne vado dal mio Paese, anzi, ora sfrutto i suoi punti deboli per prendermi una bella rivincita! Ecco il pensiero che probabilmente è passato per la testa di molti nati negli anni ’70, inutilmente laureati dopo essere sopravvissuti agli ultimi baroni degli atenei, ora alla ricerca di un futuro, alcuni ancora a casa con mamma e sempre più destinati ad appendere la laurea in soffitta per la sua inutilità.
Sydney Siblia un giorno legge il giornale, inciampa su un articolo dedicato ai netturbini da 110 e lode e viene folgorato sulla via di Damasco: esordisce nel lungometraggio di finzione con una frizzante e scoppiettante pellicola che ha molto da insegnare ai sui colleghi più noti. “Smetto quando voglio” è una bella commedia, un film veramente divertente, novanta minuti di puro intrattenimento che, partendo dalla drammatica situazione attuale, fa evadere lo spettatore e lo fa rincasare dopo una overdose di buon umore.
Il nostro protagonista si chiama Pietro (Edoardo Leo), è uno dei tanti laureati che tentano la carriera di ricercatore universitario, ed è l’ultimo superstite di un gruppo di amici silurati dalla società dopo vane promesse di un futuro radioso. Pietro però è cosciente dei punti di forza propri e dei compagni di disgrazia quindi, un giorno, decide di cambiare vita e agguantare quello che spetta a tutti loro: le menti più brillanti di neurobiologia, chimica, macroeconomia, lettere classiche e antropologia si uniscono per mettere insieme una banda. Si, si, proprio una b-a-n-d-a di criminali e non troppo da strapazzo, dato che approfittano di un buchi legislativo per creare la migliore sostanza psicotropa legale sul mercato!
In poco tempo sette moderni eroi spiantati e senza prospettive si tramutano in uomini sulla cresta dell’onda grazie ad una nuova attività: la produzione di sostanze legali con effetti illegali e poco raccomandabili.
Alla base del film c’è un’idea semplice ma vincente: scattare una divertita e divertente istantanea della realtà, con spirito quasi goliardico. Il risultato è un’opera garbata e accurata che provoca risate senza sosta, evitando di scivolare nello sguaiato, sboccato o insensato. Con una sceneggiatura solida, con scenografia e fotografia che riprendono lo stile Instagram, tanto in voga in questi anni, il film di Sibilia è una commedia talmente ben confezionata da funzionare come un orologino svizzero.
Arrivare al cinema sotto un nubifragio, e dopo aver guadato un’onda anomala di ragazzini delle scuole per varcare l’ingresso, è un’esperienza che mette a dura prova il buon umore e la vena magnanima di chiunque! Il giovane regista è riuscito a rovesciare mirabilmente un siffatto inizio di mattinata quindi si merita un applauso extra: il suo è un esordio da promozione a pieni voti e una delle poche opere divertenti della stagione che consigliamo spudoratamente. :)
Vissia Menza
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
Ancora una volta aver letto la tua recensione mi ha condotto ad una serata divertente in platea facendomi fare un’ottima figura anche con la mia compagna di visione.
Concordo sulla tua lettura del film – inizia amarissimo, come un cioccolato fondente con cacao al 90% e finisce tra risate, soprattutto tra chi come noi pensa di aver un pò sprecato la sua faticata laurea. e non è da molti.
Il punto di forza della commedia è decisamente l’immedesimazione del 30/40enni la cui vita non si discosta molto da quella dei protagonisti del film. Forse, la nostra quotidianità è un po’ meno “estrema” ma a quanti – almeno una volta – non è venuta voglia di fare una follia? ;)
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