La paronomasia o parechesi è una figura retorica che consiste nell’accostare due o più parole che abbiano suono molto simile ma significato diverso. E’ particolarmente utilizzata nelle forme proverbiali, ambito in cui primeggia con espressioni tipo “Senza arte né parte”, “fischi per fiaschi” e nelle tre parole che sono il perfetto riassunto delle mie impressioni su “Polizia”, l’ultimo romanzo di Jo Nesbo edito da Einaudi:
“Il troppo stroppia”
Ecco, a me comunque Nesbo non dispiace proprio per niente. A partire dalla sua biografia (impossibile non restare affascinati da un personaggio che scrive thriller, è frontman di una band, è attore di telefilm ed ha pure giocato nella serie A norvegese) per arrivare ad alcuni romanzi davvero convincenti, tra i quali mi preme segnalare “Il cacciatore di teste” e “Nemesi”.
Il punto però è che in questa sua ultima fatica, uhm, “Il troppo stroppia”. A partire dalle pagine in cui viene rispolverato il mitico Harry Hole, che avevamo lasciato colpito da tre colpi di pistola al petto nell’ultimo capitolo di “Lo spettro”. Si sa, ogni volta che un detective resuscita il pensiero va immediatamente a Sherlock Holmes, a cui Conan Doyle ridiede vita a furor di popolo. Il rischio di un paragone è quindi dietro l’angolo…
Più in generale, la trama – assolutamente intrigante e capace di mantenere attaccati alle pagine, sia chiaro – soffre un po’ di sovrabbondanza di eventi e di colpi di scena. Mi rendo conto che gli improvvisi cambi di sospetti siano il sale di questo genere letterario, ma confesso di essere rimasto quasi stordito dai continui capovolgimenti di fronte.
Per concludere, il romanzo abbonda anche di vere e proprie scene cinematografiche. Descrivere una persona che si avvicina alle spalle di una poliziotta provoca certamente nel lettore una immagine assolutamente chiara, ma produce anche un effetto di pura rappresentazione filmica che disorienta: io AMO leggere anche per il poter vagare con la fantasia, realizzare la mia personalissima scenografia, tratteggiare personaggi e situazioni lasciandoli, se mi va, volutamente sfumati.
Queste le mie impressioni, ovviamente personali e pronte ad essere demolite dai Nesbo-fans; nel mio piccolo, attendo una nuova prova, magari (nuovamente) priva del suo protagonista principale Harry Hole. I numeri ci sono tutti, il talento non manca.
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.