C’è un segno inequivocabile dell’avvicinarsi del Santo Natale: non si tratta delle timide luminarie che cominciano a fare capolino nelle nostre città e neppure della tendenza dei commercianti a riempie le vetrine di Babbi Natali fluorescenti e affini (*). Più semplicemente, si avvicina dicembre e Sellerio regala ai suoi lettori una selezione di racconti in cui chiama a raccolta i migliori giallisti della sua scuderia e li costringe (amabilmente) ad ambientare una vicenda dei loro amatissimi protagonisti in un contesto di festività invernale.
Ecco così Pedra, detective catalana nata dalla fantasia di Alicia Gimenez-Bartlett, misurarsi con l’assassinio di una decaduta nobildonna italiana in un susseguirsi di colpi di scena avviati da un messaggio su uno smartphone. Ed ecco Maurizio De Giovanni divertirci con un racconto che ci strappa un sorriso fin da subito, nel riconoscibilissimo acronimo che la protagonista dal-nome-sfortunato utilizza per e scrivere le sue più difficili giornate.
Rocco Schiavone – affascinate personaggio dalla moralità altalenante – é narrato da Antonio Manzini nelle festività che precedono il suo trasferimento (per i suoi fan, temporalmente posizionato subito prima di “Pista Nera”), mentre gli adorabili condomini delle case di ringhiera di Francesco Recami resteranno inconsapevoli testimoni di una tragedia sfiorata e di una – ben più leggera – occorsa nella fretta di abbinare i regali ai bigliettini di auguri (bravo Francesco!).
Dulcis in fundo, è proprio il caso di dire, le solite straordinarie pagine di Marco Malvaldi, su cui non dirò nulla nemmeno sotto minaccia ed in cui mi limiterò a segnalare il ritorno dei terribili vecchietti del BarLume e del “barrista” Massimo.
Che vi piaccia o meno il genere, val la pena affrontarli. E magari trasformare questi racconti in un graditissimo regalo di Natale.
(*) fra le abitudini natalizie non posso neppure prendere in considerazione gli orribili babbi natale piazzati sulle finestre e sui balconi di casa a simularne la scalata. Sono orribili e andrebbero abbattuti per decreto legge.
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
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