La scorsa settimana avevamo avuto il sentore che “Snowpiercer”, nato dalla fervida immaginazione degli autori della graphic novel francese “Transperceneige” Jean Marc Rochette e Benjamin Legrand, potesse essere il film-sorpresa tra le opere presentate fuori concorso a questo festival. Oggi abbiamo la certezza di non essere gli unici ad aver subito il fascino di questa storia stravagante, affascinante e avvincente al punto da arrivare sino in Oriente, dove il coreano Bong Joon Ho la scova, la legge e ne rimane così conquistato da decidere di imbarcarsi in quello che diverrà un progetto colossale: da Roma, infatti, torna a casa avendo vinto il premio della critica online come miglior film non in competizione.

Quel lungo treno in cui la testa e la coda sono talmente distanti da non comunicare e non avere quasi nulla in comune, e quelle descrizioni vivide di un microcosmo racchiuso in un serpente metallico, che pare poter vivere e dare la vita in eterno, sono il mondo in cui si svolge “Snowpiercer”, opera che la prima mattina ha destato un pubblico sonnecchiante e senza molte speranze, strappando applausi spontanei prima ancora di raggiungere l’ora di pranzo.

Snowpiercer – Tilda Swinton

Il regista di “The Host” ha preso tutti in contropiede con il suo film apocalittico, decisamente molto disaster movie e vera opera drammatica sulla miseria umana, sul lato più animale che celiamo in noi, ma anche sul nostro valore, sull’istinto di sopravvivenza e sulla necessità di porre in essere azioni talvolta opinabili, per il bene della comunità. Questo e molto, molto (!) altro in una pellicola che ci porta in un futuro prossimo, non per evadere in una dimensione fantascientifica, che conceda una licenza poetica altrimenti non utilizzabile, bensì per accelerare i tempi e mostrarci dove possa condurre l’autodistruzione con cui stiamo convivendo ogni giorno.

Dopo una fine ingloriosa, su di un’arca, mentre si fa un eterno giro del mondo, su un pianeta vasto ma irrimediabilmente devastato, vediamo come la necessità di mantenere l’equilibrio del sistema porti due leader dal confronto allo scontro dando vita a una avventura che ci fa perdere la cognizione del tempo. Certo, di lotta per la sopravvivenza di tutti si parla, di (ri)conquista della propria dignità per alcuni si tratta, e prevedibilmente le gesta di un eroe che osa tentare l’impensabile sono quelle su cui poniamo tutta la nostra attenzione, ma che di un’epopea senza esclusione di colpi si trattasse non era, invece, per nulla scontato.

Sonwpiercer – Chris Evans

Dialoghi mai banali, ricchi di sorprese, alcune volte che provocano un sorriso nonostante la tensione e la somatizzazione di scene di scontro fisico che finiscono male, contraddistinguono una pellicola dalla fotografia livida, fredda, anzi glaciale, perfetta cornice di protagonisti sporchi, madidi e disperati. Tutto contribuisce ad aumentare il pathos, in una storia che, come nel miglior (cinico) videogioco, impone numerosi ostacoli di crescente difficoltà, molte perdite e scelte estreme per continuare a vivere e raggiungere l’agognata meta. E poi, infine, vi è la scoperta di una verità che darà solo inizio a un nuovo e più difficoltoso capitolo della nostra vita!

Il film avvince e convince tutti i presenti con il suo racconto ritmato e accurato, e con un cast ricco e bravissimo al punto che anche l’insipido (sino a ieri) Chris Evans, peraltro qui irriconoscibile, brilla per quanto sia intenso e convincente. Insomma, una gran bella sorpresa che si merita la promozione a pieni voti!

Vissia Menza

Update: a questo link l’incontro con John Hurt