Il festival di Roma è entrato nel vivo e anche gli incontri aperti al pubblico hanno preso il via. Le nostre prime ore nella capitale si sono concluse, infatti, ascoltando John Hurt, che qui a Roma rappresenta il bel film Snowpiercer. L’uomo ha ripercorso per noi la propria carriera, ci ha raccontato aneddoti e ci svelato qualche segreto delle sue scelte. Un attore che dal teatro è approdato al cinema senza disdegnare il piccolo schermo, che oggi si concede dei divertissement ed è sempre interessato solo alla caratura di una sceneggiatura e non alla sua produzione.
Un uomo che ci incoraggia ad ascoltare le sensazioni a pelle, perché il suo successo ha dimostrato come il nostro migliore alleato sia proprio quell’umano istinto che spesso sottovalutiamo o reprimiamo del tutto, credendo che il raziocinio possa essere l’unico consigliere. Di fatto, il protagonista della sorprendente opera di Bong Joon-Ho, ci dimostra come si possa uscire indenni da Alien, approdare a The Elephant Man, e venire amati pur non essendo riconoscibili, per poi tuffarsi in un lavoro di Mel Brooks e brillare ogni volta di più. Sino ad epoche più recenti in cui ci è apparso odiosetto in La Talpa e ci ha provocato risate inattese nel bel Jayne Mansfield’s Car.
Un vero attore poliedrico, con una passione coltivata sin da bambino, che è riuscito a coronare il proprio sogno in un’epoca in cui sicurezza e rispetto erano le caratteristiche principali di un’occupazione considerata seria. D’altro canto i tempi erano quelli del dopoguerra, in cui sappiamo che il Regno Unito dovette rimarginare non poche ferite. La nostra ammirazione è quindi doppia: l’uomo ha vinto al contempo una sfida personale e con il pubblico.
John Hurt è apparso disponibile con la variegata platea accorsa all’evento (al punto d’assecondare anche bizzarre richieste e inginocchiarsi sul palco per firmare senza sosta autografi). Costantemente sorridente e quieto, ci ha raccontato come affronti ogni ruolo, come selezioni le parti, quali siano i registi con cui ha lavorato più volte (e a cui non si negherebbe) e molto altro. In questo clima sereno ci è dispiaciuto quindi che alle imprevedibili ma intriganti domande del pubblico sia stata concessa solo l’ultima parte dell’ora a disposizione. La sensazione dominante, infatti, era di essere difronte a gente entusiasta, preparata e pronta a chiedere consigli, scoprire la verità dietro frasi di precedenti interviste, e chi più ne ha più ne metta. Soprattutto, sarebbe potuta sorgere una spontanea masterclass sull’approccio a un personaggio.
John Hurt ha voluto chiudere l’incontro confortandoci sul fatto che difficilmente la tecnologia riuscirà a spazzare via le emozioni che solo la recitazione nell’intimità di un teatro può provocare e noi lo ringraziamo per averci fatto rincasare alimentando una speranza che ogni giorno ci pare invece assottigliarsi.
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Last update il 28.01.2017: correzione refusi e inserimento link a Snowpiercer
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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