Prendi una famiglia all’americana, dàlle una casetta bianca, due bambini che giocano in giardino e posiziona i genitori al barbecue ogni domenica: ecco il quadro di una vita perfetta. Sino al giorno in cui un elemento destabilizzante come la crisi economica e la perdita di lavoro da parte del pater familias inizia a sollecitare il sistema nervoso di tutti. Poco alla volta, in maniera subdola, i componenti della famiglia Barrett cominciano a risentirne, e al primo evento sospetto iniziano a dare fuori di testa, cosa che inevitabilmente li rende testimoni inattendibili agli occhi della polizia.

Incipit da manuale horror, location che ci ricorda la maison di Mr. Oren Peli, realizzazione che ha molto in comune con “Paranormal Activity” (non importa quale episodio della serie): in Dark Skies – Oscure Presenze tutto si svolge di notte e in interni, a porte ben chiuse, dove ben presto iniziano a esserci intrusioni invisibili ma dagli effetti visibili. Le telecamere compaiono in ogni stanza, le scoperte inquietanti non tardano ad arrivare e la brutta fine è per tutti in agguato, è solo questione di tempo!

Check list completa, suspense creata e situazione al passo coi tempi servita ad un parco di spettatori famelici di brividi. Da un lato la ricetta perfetta per il successo di una pellicola di genere è servita, dall’altro la gente sembra sempre più alla ricerca di sofferenza: è un momento propizio per i film dell’orrore e questo Dark Skies (tradotto in “Oscure Presenze”) cavalca l’onda rimanendo sempre su un terreno sicuro e fertile. E il prodotto funziona, lo spettatore sobbalza cadendo nella rete della sceneggiatura.

Scontata o no, la trama offre, infatti, un elemento che rende tutto più accattivante del solito: la casa a questo giro è letteralmente infestata da esseri ostili che paiono impossibili da scacciare, ma non sono i soliti inflazionati demoni, o ex-inquilini improvvisamente trapassati quindi arrabbiati con il resto del mondo nella loro vana ricerca della quiete ultraterrena. I nemici che decidono delle nostre vite e che ci fanno del male perché ai loro occhi siamo l’equivalente del nulla, sono letali e vengono presi in prestito da altro genere cinematografico. Chi siano esattamente, cosa vogliano e chi alla fine la spunterà è qualcosa che solo voi potete scoprire, altrimenti vi rovineremmo tutto il thrilling dell’attesa ;)

I produttori sono quelli del bel “Sinister”, di “Insidious” (di cui abbiamo recentemente recensito il sequel) e, guarda un po’ di “Paranormal Activity”; dietro la macchina da presa c’è l’esperto di effetti speciali Scott Stewart, già regista di “Priest”; e il cast è tanto noto oltre oceano quanto potrebbe passare inosservato alle nostre latitudini. Vale la pena menzionare però uno dei giovani attori del gruppo, fondamentale nella parabola verso gli inferi della famiglia Barrett, Dakota Goyo (qui Jesse Barrett) che vestiva i panni del figlio di Hugh Jackman in “Real Steel”. Al ragazzo va, infatti, riconosciuto il merito di riuscire ad affiancare con naturalezza nomi affermati della scena cinematografica americana facendo emergere la sua performance.

Dark Skies punta sul realismo, sull’immedesimazione delle persone attraverso luoghi e situazioni e, nonostante non brilli per l’originalità del copione, riesce ad introdurre un elemento nuovo che sorprenderà e porterà le persone a dibattere sulla pellicola. Per noi l’esame è superato e, in attesa di vedere le reazioni dell’audience, vi lasciamo con lo stuzzicante trailer ;)