Dal libro al grande schermo: il film Two Mothers (Adore)

Il poster italiano del film Two Mothers

Anni fa il premio Nobel per la letteratura Doris Lessing scrisse un racconto Le Nonne dedicato a due donne un po’ agée, di rara bellezza e dalle vite singolari sotto molti punti di vista: l’elisir di eterna giovinezza che pareva averle protette dall’età; il paradisiaco luogo lambito dalle dolci onde dell’oceano in cui vivevano; la grazia e perfezione dei loro figli; il legame viscerale che rendeva i quattro inseparabili; e, soprattutto, quella passione che riuscirono a godersi e che sigillò per sempre l’unione delle quattro esistenze.

Anne Fontaine, regista de Il mio migliore incubo, balzata sotto i riflettori con Coco Avant Chanel, ha deciso di portare su grande schermo la storia della Lessing. Per fare ciò ha chiamato due bellissime e note attrici come Robin Wright (ex-signora Penn) e Naomi Watts (interprete del poco fortunato bioptic Diana), le ha portate in un tanto remoto quanto bucolico anfratto australiano ed ha fatto loro vestire la pelle di due nonne in grado di far tremare non poche avvenenti ventenni.

Un’immagine del film Two Mothers – Foto: BIM Distribuzione

Per gli irresistibili figli sono stati invece scelti i volti (e i corpi!) dei piacenti Xavier Samuel (Tre uomini e una Pecora) e James Frecheville (Animal Kingdom), che sembrano appena usciti dall’ultima copertina di Vogue Uomo per quanto siano di surreale bellezza. La loro perfezione è quasi imbarazzante, un vero belvedere, se non fosse che, al pari delle splendide quarantenni che interpretano le rispettive madri/amanti, sono talmente senza difetti da rivelarsi frustranti per gli spettatori i quali, avvertendo l’enorme differenza tra le proprie esistenze e quelle mostrate sullo schermo, finiscono per paralizzarsi.

Forse l’intento era di farci sognare – due splendide donne nel pieno della vita e due adoni appena maggiorenni, confinati in un incantevole luogo, che vivono una peccaminosa e profonda relazione – ma il risultato non soddisfa. Gli eccessi sono spesso fonte di situazioni poco edificanti e problematiche e la storia di Lil e Roz dovrebbe esserne la conferma, non si capisce quindi come mai i protagonisti caschino regolarmente in piedi, anche nelle peggiori situazioni.

Un’immagine del film Two Mothers – Foto: BIM Distribuzione

Tutti si aspettavano un melodramma infinito o un film scabrosetto carico di focosa passione oppure una sobria storia romantica e, in effetti, è evidente che la pellicola avrebbe voluto dare scandalo con eleganza, purtroppo però la differenza tra la realtà e la finzione ha inabissato ogni speranza di sognare ad occhi aperti. Poco importa, infatti, se la storia sia reale o romanzata perché la platea non pare gradire l’eccessiva patina luccicante che ricopre e protegge i personaggi, i luoghi e le situazioni in generale che, unita al lento progredire della narrazione, ai dialoghi stereotipati e poco coinvolgenti, contribuisce a creare un’atmosfera eccessivamente distante dalla quotidianità congelando nello spettatore l’insorgere di fantasie e/o desideri.

Two Mothers non rompe quindi alcuno schema e non traumatizza nessuno, al più induce una siesta in coloro con debito di sonno. Nonostante, un’attenta e accurata fotografia, l’assenza dei tanto agognati fremiti non gli fa raggiungere la sufficienza.

Vissia Menza 

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