La monarchia Britannica torna sotto i riflettori. Una realtà fatta di etichetta, rituali, reticenza al cambiamento e che mal digerisce il gossip, da oggi dovrà fare i conti con le reazioni della gente al film “Diana” che riapre vecchie e dolorose ferite e, soprattutto, rinfrescherà un bel po’ di rumors e dubbi (veri o presunti) sulla prematura scomparsa dell’amata Principessa. Negli anni ’90 La Corona subì non pochi scossoni al suo centenario torpore per mano di Lady D, o forse dovremmo dire, dalla sua figura pubblica, dopo il divorzio dal Principe Carlo.
La soprannominata Principessa triste fece, infatti, scalpore per le sue scelte, per i risultati inimmaginabili ottenuti e, soprattutto, perché alla fine ebbe ogni cosa che andava cercando: riacquisì la libertà, si creò una nuova identità e ritrovò il sorriso. Diana, lasciatasi alle spalle il matrimonio reale, si trasformò nella donna più famosa del pianeta: sempre votata al bene degli oppressi, con la sua statuaria bellezza e accortezza seppe conquistare tutti, i potenti del mondo come la gente comune, e oggi, probabilmente, il suo ricordo tornerà a scuotere alcuni animi. Se, infatti, l’enorme lavoro di relazioni pubbliche e il suo impegno umanitario sono noti a tutti, si sa ben poco di ciò che accadeva dentro le mura domestiche. Molte le favole, tante le supposizione, poche le verità. A cadenza regolare, però, qualcuno, pubblica la propria versione dei fatti e a questo giro, attingendo a diverse fonti, è nato addirittura un lungometraggio.
Il film “Diana – La storia segreta di Lady D” ci porta al suo fianco e, aggirando lo schermo delle guardie del corpo, ci fa entrare nella sua residenza privata per rivivere i suoi ultimi anni. Ci catapulta nella sua quotidianitá, nelle situazioni non ufficiali, nella normale routine di ogni essere umano. Anche una principessa del calibro di Diana Spencer era infatti una persona normale, con esigenze normali e momenti di assoluta normalità, quindi non può stupire se sia riuscita a trovare il modo e il tempo per vivere una normale storia d’amore con un uomo brillante ma… normale.
E sin qui nulla di male, dedicare una pellicola alla principessa del popolo fa piacere, che non ci si concentri sui pettegolezzi legati al divorzio o sugli ultimi istanti prima della morte pure, però ciò che rimane è solo qualche anno di legami sentimentali che, non essendo sotto i riflettori, si prestano a essere romanzati. La versione proposta dal regista Oliver Hirschbiegel è la più melò che possiate immaginare. Pare incredibile che questa sia la medesima mano che ha diretto “La Caduta”, qui la melassa scorre copiosa e sembra di assistere a un puntatone di lusso di una telenovela sudamericana.
È tutto un susseguirsi di situazioni da manuale della soap-opera – sguardi languidi, sessioni di sesso che terminano con sigarette accese, camicie maschili usate come vestaglie ed altri luoghi comuni – accompagnate da dialoghi altrettanto banali. Contare le incongruenze, poi, è impossibile e inutile: dopo una ventina di minuti è chiaro che ci siamo imbattuti in una storia lenta, poco attraente e interminabile che si chiude dispensando pure perle di saggezza, ohibò!
Voto 5: chi sperava in un po’ di suspense o puntava su un bel thriller rimarrà molto deluso e chi cercava il bioptic si arrabbierà. Gli unici, forse, a gradire saranno gli amanti del melodramma carico di cliché e, purtroppo, non è il nostro caso.
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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