Potete apprezzarne le attività o essere convinti che siano l’origine di tutti i mali del mondo, ma una cosa è certa: gli agenti segreti della CIA sono nell’immaginario collettivo di tutto il mondo, e non lasciano indifferente proprio nessuno.
Bibliografia e filmografia sono naturalmente sterminate, e sono la prova del fascino che le operazioni segrete esercitano sul pubblico. E sebbene la fantasia narrativa dei libri di Tom Clancy o di film come The Bourne Identity e I tre giorni del Condor superino probabilmente la realtà, è la stessa CIA a mettere a disposizione un viaggio all’interno della sua storia in grado di confermare quella patente di “anticipatrice tecnologica” che le viene da sempre attribuita.
Il viaggio inizia e si conclude sul sito ufficiale della Central Intelligence Agency, nel senso che gli oggetti e le memorabilia conservate sono esposte all’interno di una sala posizionata nel quartier generale del servizio segreto e dunque non accessibile ai visitatori.
Il tour è quindi un viaggio esclusivamente virtuale che si concretizza in una esposizione ricchissima in grado di proporre una manna di chicche dal valore storico insuperabile.
Quali siano le più interessanti? Difficile stabilirlo perché il valore dell’oggetto è com’è noto funzionale all’interesse dell’osservatore. I kennediani di ferro gongoleranno quindi di fronte alla lettera con cui JFK riconosceva il contributo essenziale dato dalla C.I.A. durante la crisi dei missili di Cuba, mentre gli appassionati di aviazione non potranno rimanere insensibile al fascino della tuta indossata dai piloti degli U2 completa di casco.
E ancora l’ultima bandiera a stelle e strisce issata sul pennone del Checkpoint Charlie a Berlino prima della caduta del Muro, un ricevitore radio occultato in una pipa, un micro-finto-insetto telecomandato, una lettera di un ufficiale americano spedita al figlio nel 1945 e vergata sulla carta da lettere del dittatore tedesco, il telegramma con cui si avvisa l’HQ della morte di Tito, una macchina fotografica concepita per essere installata su un piccione, una delle celebri decriptatrici Enigma, e così via.
Recentemente il museo ha allargato la propria collezione con due reperti decisamente significativi: un plastico che raffigura la palazzina di Abbottabad dove un commando Seal eliminò Bin Laden ed il fucile AK-47 con cui il terrorista islamico cercò di difendersi.
Andando oltre ogni convinzione politica ed ogni visione del mondo, il quartier generale di Langley profuma certamente di Storia. Ed ogni appassionato di storia contemporanea troverà nelle gallery riccamente illustrate del sito ufficiale storie, immagini ed oggetti di sicuro interesse.
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
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