Ho affrontato la lettura di “Con tanta benzina in vena” di Warren Ellis con due preoccupazioni: la prima legata alla necessità di terminarlo entro una certa data (per motivi redazionali che non descriveremo certo a voi J) e la seconda riguardante il genere a cui era potenzialmente ascrivibile.
Non adoro la “letteratura pulp”, e le prime righe del romanzo mi avevano fatto inquietare: temevo una riproposizione dei temi dell’altro Ellis (per intendersi, quello di American Psyco) e francamente il mio animo puro e delicato (…) ne avrebbe sofferto alquanto.
Ecco, i quattro giorni di anticipo (!) con cui ne ho terminato la lettura per sistemarmi qui davanti alla tastiera a raccontarne le impressioni testimoniano della capacità catturante del romanzo: i minuti di libertà erano del tutto dedicati a questa trama ironica e apparentemente sconclusionata che continuava, pagina dopo pagina, ad attirarmi come un magnete. Merito certamente di una storia (direi addirittura storyboard, per quanto è visuale e per il mondo di provenienza dell’autore) che si dipana fra l’inseguimento ad una prima versione della Costituzione Americana andata perduta (!) in una casa di tolleranza per colpa di Nixon (!!!) e le vicende del detective meno adatto che la recente letteratura ricordi.
Un vero on the road book, dunque, in cui il protagonista è accompagnato dall’altrettanto fuori-di-testa ed affascinante Trix in una serie di eventi avventurosi che vanno da un incontro con i feticisti di Gozilla ad improbabili sette simil-sataniche, con un cocktail divertente fra un tradizionale action thriller e un romanzo dai temi e dalla fantasia a volte un po’ malati. Nota di merito per i dialoghi, ognuno dei quali ci offre almeno una occasione di una citazione o che, più semplicemente, ci strappa più di una risata per le battute risolutive da sit-com.
La penna di Warren Ellis è certamente ispirata e si insinua come un coltello nelle pieghe di una America sotterranea, lontana da tutti gli stereotipi a cui siamo abituati. L’unica nota negativa è relativa al finale, da una parte leggermente scontato e dall’altra apparentemente “buttato lì”. Attenderò dunque una sua nuova uscita con la speranza che alle copiose risate che ha generato si affianchi una struttura narrativa capace di trovare nelle righe finale il suo culmine, e non un suo limite.
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
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