Queste sono le tradizioni che ci piacciono! Come ogni anno, e dopo il successo di Natale in Giallo (datato 2011) e Capodanno in giallo (del 2012), Sellerio scatena i suoi giallisti di razza su un tema comune, che questa volta si identifica con il Ferragosto. Nel giorno estivo per eccellenza, quello che dovrebbe essere dedicato al relax più assoluto, i protagonisti dei romanzi di Andrea Camilleri, Gian Mauro Costa, Alicia Giménez-Bartlett, Marco Malvaldi, Antonio Manzini e Francesco Recami si troveranno dunque alle prese con piccoli e grandi enigmi.
Si parte con il commissario Montalbano, e le sue ferie estive, naturalmente Livia-accompagnate, subiscono un brusco stop quando un cadavere viene ritrovato proprio dai due piccioncini su una spiaggia: una overdose molto sospetta che non convince affatto il poliziotto più adorato dai lettori italiani.
Il fondo di amarezza che accompagna il finale del racconto di Camilleri viene stemperato dall’ironia e l’umorismo di Marco Malvaldi e dei terribili vecchietti del BarLume: tra sigarette elettroniche e la compianta partenza di Fusco, il commissario che in fondo li sopportava con magnanimità, i quattro pensionati ed il “barrista” Massimo avranno a che fare con la morte di un (fastidiosissimo) miliardario russo.
Antonio Manzini ci ha regalato con il vicequestore Rocco Schiavone uno di quei protagonisti complessi, a volte fuorigiri, capace di andare un pelo oltre la legge quando è necessario. La ricetta funziona anche in questo racconto che parte da una rapina non andata secondo i piani…
Resta vivo, benchè abbandonato quasi da tutti, anche il ballatoio della Casa di ringhiera di Francesco Recami: il povero De Angelis si vede capitare in casa una bellissima ragazza inseguita da loschi figuri. Nulla è come sembra, tranne l’auto amorevolmente accudita dal protagonista…
Un passato da elettrotecnico, un presente da investigatore privato, la noia della battigia: sono gli ingredienti che mettono in moto Baiamonte, nato dalla fantasia di Gian Mauro Costa.
Petra Delicado e Fermín Garzón, indimenticabili protagonisti dei gialli di Alicia Giménez-Bartlett, sono alle prese con un caso spinosissimo: l’omicidio della moglie di un collega poliziotto ed un insieme di prove che sembrano convergere proprio verso il vedovo.
Sono racconti differenti – tutti oggettivamente riusciti – e accumunati da una caratteristica: la forza dei protagonisti, personaggi che ormai abbiamo imparato ad amare e che non smettono di affascinarci neppure in una forma narrativa, quella del racconto, tradizionalmente poco propizia per i giallisti, che amano dare un respiro più ampio alle proprie opere anche e soprattutto per cospargerle di prove e indizi. Ciò nonostante, dunque, una antologia assolutamente da non perdere, e che non può mancare sugli scaffali dei lettori più attenti alle forme mutevoli che questo genere letterario sta assumendo nel nostro paese.
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Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
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