la locandina del film L’uomo d'acciaio

la locandina del film L’uomo d’acciaio

Lui è giovane e bello, cosi tanto da fare girare la testa anche alle donne più esigenti; il pianeta Krypton non è mai stato così progredito e agguerrito, evoluto e disperato; e la nostra amata Terra non è mai stata così vicina all’annientamento da necessitare l’aiuto di un supereroe! Ma facciamo un passo indietro…

Milioni e milioni di anni fa, durante la glaciazione, quando il sole pareva un cerino e mostruose creature dominavano il globo, in una lontana galassia viveva una specie umanoide molto avanzata, gente pacifica e estremamente organizzata sino al giorno in cui sopraggiunse la paura dell’estinzione: a quel punto su Krypton, questo il nome del pianeta, avvenne una vera rivolta. La violenza a nulla servì e l’apocalisse ben presto arrivò non prima però che uno scienziato riuscisse a mettere in salvo il proprio neonato figlio maschio rendendolo custode del codice genetico di tutta la specie.

Ed ora torniamo ai nostri giorni sulla Terra e seguiamo la vita schiva di un giovanottone niente male che, dopo un’infanzia da emarginato, sta cercando di comprendere le proprie origini. Il suo nome è Clark Kent ma, almeno per ora, dovete dimenticare l’occhialuto smilzo reporter dei fumetti o delle vecchie serie TV, questo ragazzo ha il fisico marmoreo, è schivo ma non ha l’aria del povero sfortunello e le ragazzine sbavano al suo passaggio.

La vecchia immagine di uno dei supereroi più amati da generazioni di divoratori di fumetti della DC Comics è stata tolta dalla naftalina, spolverata, incerata a dovere e svecchiata nel guardaroba e nel lessico. Il risultato è un’avventura di oltre due ore, durante la quale scopriamo insieme al protagonista come fosse Krypton, saltiamo da una parte all’altra del nostro pianeta e decolliamo più volte su strane navi spaziali.

La storia è intimistica, struggente, drammatica solo per pochi minuti, poi l’avventura prende il sopravvento e non ci lascia più sino ai titoli di coda. Superman prima che venga riconosciuto da tutti come tale, infatti, deve fare a botte con un bel po’ di suoi conterranei (misteriosamente sopravvissuti alla catastrofe) e ciò occupa gran parte del film.

Quindi, lo spettacolo che ci viene offerto è una costante fanta-scazzottata, con molteplici inseguimenti e salti nel tempo, corredata da una pioggia di detriti spaziali e dalla distruzione di intere metropoli. Si respira aria di disaster movie, tornano alla memoria World Invasion e Skyline, mentre l’atmosfera e la fotografia sono, senza ombra di dubbio, quelle del meraviglioso ed sontuoso Il Cavaliere Oscuro.

L’epica però non si avverte, lo struggimento interiore del protagonista è assente e la mano dietro la macchina da presa non è quella di Nolan (solo quella di Zack Snyder) quindi al posto di palpitare al fianco del nostro supereroe rimaniamo in sala, percepiamo l’aria condizionata, scriviamo la lista della spesa e socializziamo con il vicino, perché tutto sommato ci stiamo annoiando.

Tralasciando i buchi narrativi che impongono costanti spiegazioni, troppa è la voglia di ripercorrere le orme di Batman col risultato che a nulla vale l’imponente cast, la sovrabbondanza di effetti speciali e l’esuberanza d’azione: il prodotto finale rimane una copia sbiadita dell’originale, solo molto più lucida :(