Possono offrire ristoro e un sorso di bevanda rinfrescante, ma raramente tutto va come dovrebbe andare: mi sto riferendo ai distributori automatici di alimenti (da adesso in poi D.A.D.A.), croce e delizia di ogni fruitore delle metropolitane milanesi.

I suddetti si dividono fondamentalmente in 4 categorie:

1) D.A.D.A. di bevande: si distinguono per l’immagine posizionata sul distributore, tipicamente una bottiglia di acqua studiata per dare l’impressione di aver raggiunto la stessa temperatura di un ghiacciaio himalayano. In realtà, in otto casi su dieci, viene rilasciata una fiaschetta di plastica fusa dal caldo, contenete un liquido a meno di mezzo grado dal punto di ebollizione. Ideale se avete intenzione di cuocervi quattro maccheroni fra Bisceglie e Cairoli, meno adatta per la sopravvivenza se all’esterno i termometri stanno scoppiando, vi sudano anche le sopracciglia ed è stato avvistata una coppia di dromedari all’interno del Parco Sempione.

Merita una nota a parte il cassone in cui viene depositata la bibita: a seconda dell’anno di costruzione, è dotato di sportello basculante del peso specifico di un asteroide e lamina affilatissima (l’amputazione dell’arto è sempre in agguato) oppure di una profondità che rende necessario l’utilizzo di una canna da pesca per l’estrazione, il che aggiunge ore e ore di divertimento alla vicenda. Solo i turisti credono ancora che ci sia qualcuno che pesca nel Naviglio: in realtà, i simpatici anziani che vedete circolare con canna e retino si stanno preparando ad acchiappare una Fanta nei meandri della stazione M2 di Porta Genova.

2) D.A.D.A. di patatine/merendine: si presentano colorati, apparentemente accoglienti, perfino simpatici. Sono dotati di un software complicatissimo frutto del lavoro di un programmatore ubriaco, studiato per non soddisfare i requisiti minimi della lealtà commerciale.

Un esempio:

– con passo balzandoso e stomaco gorgogliante, puntate un D.A.D.A. di merendine a caso, diciamo nella stazione di Turro
– studiate l’ampia possibilità di scelta, e selezionate un pacchetto giallo contenente noccioline cioccolatose (zero che io faccia pubblicità senza corrispettivo adeguato)
– inserite le monete, e notate che grazie all’euro vi sono stati risparmiati i tentativi a vuoto fatti con le mille-lire-di-carta, che dovevano essere stirate e inamidate come il colletto di una camicia per essere riconosciute
– selezionate con l’apposito tastierino numerico il prodotto desiderato
– inevitabilmente, il pacchettino si incastrerà a fine corsa. I divisori sono infatti dei rostri affilatissimi, o in alternativa un pacchetto su due è dotato di calamita, stiamo indagando.
– qui c’è il tocco di genio del programmatore sbronzo: potete selezionare UN ALTRO prodotto, ma NON ritirare le monete inserite.
– a nulla valgono le spallate possenti che vorrete infliggere al D.A.D.A. Nella storia moderna il trucco è riuscito solo a un gruppo di figuranti dopo una rappresentazione medievale in Piazza Castello, ma erano dotati di ariete e dunque il record non è stato omologato.
– continuate a inveire contro la macchina che consente l’erogazione dei resti ma NON il ritiro di quanto inserito
– ripetete ad libitum le ultime due azioni
– vi rassegnate ad acquistare un pacchetto di mosche messicane caramellate, unico prodotto effettivamente rogato dalla macchinetta.

Per il ritiro del prodotto, si veda quanto già segnalato al punto 1.

3) D.A.D.A. di bevande calde: nettamente i miei preferiti, sono un vero e proprio inno alla sincerità. Per almeno un paio di motivi:

– praticamente tutti utilizzano la dizione “Bevanda al gusto di caffè”, “Bevanda al gusto di the”, “Bevanda al gusto di camomilla” al posto di caffè, the e camomilla. Ed in effetti, a tutto si può dire che assomigli la brodaglia che ci viene offerta tranne che a un caffè, un the o una camomilla. Però te lo dicono prima.

– i più sinceri in assoluto piazzano una scritta che recita più o meno così: “La fotografia va intesa come presentazione e potrebbe non corrispondere al prodotto finito”. Ma dai??? Ero convinto che uscisse DAVVERO una tazzina di porcellana fumante con cucchiaino d’argento, meno male che mi avete avvisato: stavo per chiamare l’Ispettorato del Lavoro perché non mi sembra corretto far vivere un barista dentro ad un distributore di caffè…

4) D.A.D.A. di gelati: sono comparsi nell’estate del 2007, e per una settimana in metropolitana si assisteva a dialoghi in cui se ne facevano le lodi, aggiungendo però che “sfortunatamente erano già finiti i gelati e non ho potuto prendere niente, ma è una bella idea!”. A distanza di sei anni, possiamo affermare che sono stati distribuiti vuoti e tali sono rimasti, con l’unico scopo di dare una parverza di modernità.

Arrivederci alla prossima avventura metropolitana!

N.B. Nessun pendolare è stato brutalizzato nella produzione di questo post
N.B./2 Ogni riferimento a ditte, aziende, marchi o brand è assolutamente casuale e non intende in alcun modo costituire fatto di cronaca o giudizio. Credo.