PROPELLER ovvero SHAKESPEARE COME SAREBBE PIACIUTO A SHAKESPEARE

Tutti quanti abbiamo visto SHAKESPEARE IN LOVE, perciò anche chi non ha studiato letteratura inglese sa che ai tempi del Bardo le donne non potevano esibirsi sui palcoscenici per ragioni di “pubblica decenza” (ah, ah, ah!). Tutte le parti femminili erano quindi interpretate da ragazzi adolescenti che  non avevano ancora cambiato la voce, adeguatamente truccati e “imbottiti”, se si trattava di parti drammatiche o comunque serie; i personaggi più attempati e quelli comici o grotteschi, che abbondavano anche nei drammi più foschi, erano tranquillamente affidati ad attori anche anzianotti e con caratteristiche fisiche più virili, ad accentuare l’effetto comico. La tradizione di spettacoli con compagnie tutte maschili non si è mai spenta del tutto, limitata però ad ambiti amatoriali come scuole, collegi o simili, o a gruppi comici impegnati spesso in farse di dubbio gusto.

Nel 1997 il regista Edward Hall diresse il suo primo OTELLO al Watermill Theatre di Newbury. A seguito del successo ottenuto decise di approfondire l’esperienza fatta e fondare presso lo stesso Teatro una compagnia tutta maschile, dedicata a trovare un modo più completo e coinvolgente di recitare Shakespeare, che mescolasse un approccio rigoroso al testo con una moderna estetica fisica.

Nacquero così i PROPELLER. Il gruppo è composto da 14 attori dai 25 anni in su, non ci sono ragazzini, solo uomini fatti: nella filosofia di Edward Hall fare recitare uomini in vesti femminili non è tanto filologico, quanto finalizzato a rendere il pubblico complice della teatralità della narrazione, senza cercare di fargli credere che quello che sta vedendo è “reale”. Perciò niente voci in falsetto, trucco marcato e parrucche: oltre ai costumi, moderni ma in realtà senza tempo, l’illusione è affidata a pochi accessori e alla straordinaria abilità degli interpreti. E non ci sono primi attori, chi è protagonista in un testo ha una parte più piccola nell’altro, in uno in panni maschili e nell’altro femminili.

La compagnia ha accolto nuovi membri sin dal suo inizio, mantenendo il gruppo fresco, e ha messo in scena i testi più diversi, da ENRICO V a SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE. Per le due settimane di recite milanesi al Teatro Strehler della loro tournée internazionale, hanno proposto due commedie famose: la giovanile, fracassona, irresistibile THE THAMING OF THE SHREW (La bisbetica domata) e la più matura e complessa, dalla trama ingarbugliata e divertentissima THE TWELFTH NIGHT (La dodicesima notte).

Per lo spettatore italiano è un’esperienza poco frequente assistere ad un film in lingua originale con sottotitoli, figuriamoci ad uno spettacolo teatrale: ma dopo i primi minuti di adattamento tutto funziona perfettamente. Adattamento per noi spettatori, perché gli attori sono fin dal primo minuto un miracolo di ritmo e sincronia, pezzi di un oliatissimo meccanismo ad orologeria. E non solo recitano instancabili a una velocità furibonda, e ballano, e fanno acrobazie: nelle varie scene quelli che non sono coinvolti direttamente restano in palcoscenico con maschere neutre sul viso, cantando e suonando ognuno diversi strumenti dal vivo.

Nei due testi, solo in parte e molto rispettosamente adattati, nulla ci viene risparmiato del più puro repertorio shakespeariano: nel loro stile allegro e colorato, vigoroso e muscolare ci propongono buffonerie, risse fra ubriachi, travestimenti, battibecchi, burle feroci, e anche amori infelici, naufragi, scambi di persona, presunti tradimenti, agnizioni, tutto quanto ha coinvolto e divertito spettatori di ogni epoca in infinite messe in scena. Ma nessuno ha saputo farlo bene come i PROPELLER.

P.S. Se avete voglia di approfondire l’argomento “uomini in parti femminili nel teatro inglese del ‘600” consiglio il bel film di Richard Eyre STAGE BEAUTY (2004) con Billy Crudup e Claire Danes, biografia interessante e ben fatta del famoso attore Ned Kynaston. Gran seduttore di dame, era “la donna più graziosa e l’uomo più bello che io abbia visto in vita mia” (Samuel Pepys). A soli 22 anni si vide però costretto a dedicarsi esclusivamente a parti maschili, poiché nel 1660, al termine della Repubblica Puritana di Cromwell, salì sul trono il più libertino Carlo II, e finalmente anche alle donne fu concesso di calcare le scene: per lui non c’era più posto.

 

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